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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Canone Rai su pc, Manzato: "Quando si tratta di tartassare si riesumano anche regi decreti"

Franco Manzato, assessore alla tutela del consumatore del Veneto, “sorride per non piangere” alla trovata di applicare un regio decreto di ottant’anni fa per drenare denaro alla modernità.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

“Già che ci siamo, tassiamo tutti coloro che abitano o sono nel nostro Paese, cittadini e immigrati: in quanto possessori di orecchie e occhi, ‘apparecchiature’ atti ad udire e vedere le trasmissioni RAI, devono perciò pagare l’abbonamento, magari deducibile per tutti. Non è una soluzione più ridicola di quella che si presenta in questi giorni, ma si fa prima a comunicarla”.

Franco Manzato, assessore alla tutela del consumatore del Veneto, “sorride per non piangere” alla trovata di applicare un regio decreto di ottant’anni fa per drenare denaro alla modernità.

“Purtroppo non è uno scherzo, ma un’azione che si traduce in una ulteriore ‘succhiatura’ di private risorse – afferma Manzato – per la realizzazione un servizio cosiddetto pubblico che i nostri consumatori non sempre utilizzano, talvolta non utilizzano affatto e magari vorrebbero pure diverso. Tutto questo poi si traduce in una ulteriore penalizzazione per le aziende, che già vivono nella crisi e che di sicuro
non utilizzano il pc per stordirsi ma per lavorare, chiamate a pagare un abbonamento speciale per un uso non cercato, non voluto e non impiegato, mentre allo Stato nulla va in tasca, visto che la spesa è deducibile”.

Dietro questa “innovativa” richiesta da parte della televisione statale, Manzato vede un pericolo per i consumatori: “oggigiorno quasi tutti possiedono un supporto tecnologico per connettersi a internet, offerto peraltro ad una velocità ai limiti del terzo mondo – conclude Manzato – e c’è dunque da aspettarsi che la richiesta di pagamento venga estesa a tutti i cittadini, indipendentemente dal possesso di un televisore o di una radio, benché i solleciti facciano esplicito riferimento alla detenzione di un apparecchio televisivo. Rimanere vigili e attenti è il minimo, perché a questo punto non si tratta più di abbonamento: è come se qualcuno pretendesse di farci pagare il biglietto del treno
solo per il fatto di avere la possibilità di usarlo. Di balzelli ne paghiamo che basta. E la deducibilità è talmente aleatoria e così poco duratura …”.

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