rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Paese

Cava Campagnole, dalla Regione nessuna risposta. Zanoni (PD): “Questione complessa"

Il consigliere regionale: "Paese non può tornare a essere la pattumiera del Veneto. Questi impianti non dovrebbero essere localizzati in aree fortemente antropizzate ed urbanizzate”

PAESE “Su Cava Campagnole la Regione continua a prendere tempo e invece dovrebbe intervenire subito perché Paese rischia di tornare a essere la pattumiera del Veneto”. È quanto ha dichiarato martedì Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico, dopo che la doppia interrogazione scritta sulla questione (presentate il 2 agosto e il 30 ottobre 2017) non ha avuto risposta nella seduta dove era stata calendarizzata.

L’interrogazione di agosto riguardava 45.000 metri cubi di materiale depositato a Paese in maniera illegale e altri 5.000 di rifiuti pericolosi contenenti amianto sequestrati dalla Procura della Repubblica di Venezia nella stessa cava, un sito che ad oggi è diventato perciò una discarica incontrollata. L’interrogazione di ottobre era invece relativa ad un accordo pubblico privato tra Comune di Paese e ditte Canzian, Cosmo Ambiente, Sabbia del Brenta che prevede la trasformazione della cava in area produttiva con un beneficio pubblico di 850.000 euro. Considerato che il regolamento del Consiglio regionale impone alla Giunta di rispondere entro e non oltre 40 giorni e che il termine è ormai scaduto da parecchi mesi - spiega Zanoni - ho provveduto ad utilizzare il dispositivo dell’articolo 111 del regolamento per richiedere la risposta in aula”. E martedì, appunto, in seguito all’attuazione di questa procedura, erano previste le due risposte.

Nonostante i sei mesi trascorsi dalla prima interrogazione, l’assessore Bottacin mi ha chiesto di attendere ancora la risposta per il prossimo Consiglio in modo da raccogliere ulteriori informazioni dal Comune di Paese in merito all’ultima conferenza dei servizi tra i vari enti. Per l’interrogazione relativa invece all’accordo pubblico /privato il presidente Ciambetti ha dovuto richiamare a norma del regolamento l’assessore Corazzari affinché si rispettino le procedure non essendo pervenuta risposta alcuna. Questi ritardi dimostrano quanto poco chiara sia, anche per i vari assessorati della Giunta regionale, l’intricata vicenda che rischia di vedere a Paese la realizzazione di un grande centro di trattamento rifiuti, respinto dal Consiglio regionale nel 2013, ma accolto a braccia aperte dall’amministrazione Pietrobon. Un’amministrazione che, evidentemente non abbastanza soddisfatta, ora si dichiara favorevole ad un secondo centro di rifiuti in arrivo sempre nella zona, e più precisamente vicino via Deledda”.

Questi impianti non dovrebbero mai essere localizzati in aree così fortemente antropizzate ed urbanizzate come Paese. I cittadini si aspetterebbero che i propri rappresentanti in Comune facessero di tutto per tutelare il proprio ambiente e il proprio territorio, la loro salute e la qualità della vita. Invece qui, inspiegabilmente, stendono il tappeto rosso ad attività altrove osteggiate. Mi auguro che alle prossime elezioni questi cittadini sappiano dare un bel segnale alla maggioranza Lega – Forza Italia che vuol far ritornare Paese una pattumiera piena di rifiuti”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cava Campagnole, dalla Regione nessuna risposta. Zanoni (PD): “Questione complessa"

TrevisoToday è in caricamento