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CETA, Coldiretti Treviso a Roma con sindaci e dirigenti: "Parlamentari, ora tocca a voi"

"Il Parlamento non tradisca il made in Italy! Dal trattato con il Canada si rischiano lavoro, economia e salute dei cittadini" hanno detto tutti in coro a Roma

TREVISO "Sen. Maurizio Sacconi tocca a lei, Sen. Franco Conte tocca a lei. Sen. Laura Puppato tocca a lei, Sen. Patrizia bisinella tocca a lei, Sen. Gianni Pietro Girotto tocca a lei, On. Simonetta Rubinato tocca a lei, On. Floriana Casellato tocca a lei, On. Marco Marcolin tocca a lei. Parlamentari trevigiani tocca a voi bloccare il Trattato Ceta che mette a rischio lavoro, economia e salute dei cittadini". L’appello di Coldiretti Treviso parte direttamente da Montecitorio a Roma dove mercoledì mattina una trentina tra dirigenti e rappresentanti delle amministrazioni comunali della Marca hanno partecipato alla manifestazione anti trattato Ceta.

Con Walter Feltrin e Antonio Maria Ciri, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Treviso, a manifestare c’erano il sindaco di Piaeve di Soligo Stefano Soldan e Maria Rosa Barazza sindaco di Cappella Maggiore, Silvia Grillo vice sindaco di Cordignano, Emilio Callegari vice sindaco di Arcade, Pierantonio Geronazzo vicesindaco di Valdobbiadene, Giovannina de Lazzari assessore di Spresiano, Christian Boscariol assessore di Conegliano e Paolo Camolei assessore del Comune di Treviso

“Ancora una volta il settore agroalimentare è divenuto merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale e della sicurezza – sostiene Walter Feltrin in piena sintonia con  quanto ha affermato il presidente nazionale della Coldiretti, Roberto Moncalvo -  E’ necessaria una valutazione ponderata e approfondita dell’argomento, soprattutto in considerazione della mancanza di reciprocità tra modelli produttivi diversi che grava sul trattato”. L’appello va ai parlamentari della Marca: “Nel CETA manca il riferimento alla portata vincolante del principio di precauzione che, in Europa, impone una condotta cautelativa nelle decisioni che riguardano questioni scientificamente controverse circa i possibili impatti sulla salute o sull’ambiente – sottolinea Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso - L’accordo prevede, al contrario, l’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie tra le parti, consentendo di ottenere il mutuo riconoscimento di un prodotto e, quindi, di evitare nuovi controlli nel paese in cui verrà venduto, dimostrandone l’equivalenza con quelli commercializzati dalla controparte. Cari parlamentari trevigiani avete la possibilità di non creare un danno irreparabile al vostro Paese, alla vostra agricoltura e alla salute dei consumatori italiani. In nessun paese comunitario c’è tutta questa fretta. Perché in Italia sì? Si nasconde qualcosa? Avete tutto il tempo per capire cosa sia questo trattato e che rischi comporterà una sua ratifica”.

Il problema (secondo Coldiretti) è che in Canada, oltre alla carne con ormoni e al pollo allevato con la varichina, viene utilizzato un numero rilevante di sostanze attive vietate in Ue. Gran parte di queste sono molecole risalenti agli anni ’70 vietate nell’Unione da circa 20 anni, tra cui l’Acefato, il Carbaryl, il Carbendazim, il Fenbutatin oxide, il Paraquat l’Acido solforico per i quali, oltre all’elevata tossicità riscontrata, sono comprovati, o comunque non sono esclusi, effetti neurotossici, cancerogeni, sulla mutagenesi, sulla riproduzione e, più in generale, sugli ecosistemi In Canada. Inoltre, è consentito l’uso della streptomicina impiegata per la lotta alle batteriosi delle colture, mentre in Italia l’utilizzo di antibiotici in agricoltura è proibito sin dal 1971.  

L’assessore alla crescita e allo sviluppo del Comune di Treviso Paolo Camolei, inviato dal sindaco Manildo: “Il sostegno è ai nostri agricoltori, ai nostri prodotti e soprattutto alla sicurezza alimentare. Sulle nostre tavole e sui piatti dei nostri figli devono arrivare prodotti sicuri e controllati”, aveva detto martedì il primo cittadino trevigiano. Mercoledì mattina a ribadire la posizione del sindaco c'era però l’assessore: “Di questo tema si sa troppo poco – dichiara Camolei – di qui la richiesta al Governo se non di cassare quantomeno di rinviare la discussione in autunno dopo un’attenta riflessione e gli opportuni approfondimenti con le categorie coinvolte. La preoccupazione è per la salute dei nostri cittadini, oltre che per eventuali aperture ad altri Paesi che non prevedo norme di sicurezza, misure sanitarie e fitosanitarie stringenti come le nostre. Abbiamo inoltre il compito di salvaguardare le nostre imprese, le loro specificità e i posti di lavoro, tanti, che hanno creato – chiude l’assessore – le dobbiamo proteggere dall’attacco di mercati nei quali il liberismo regna sovrano”. 

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