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Sabato, 20 Aprile 2024
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Cittadinanza civica ai bambini stranieri: «Non si rispetta il regolamento»

Luigi Calesso di Coalizione Civica torna a puntare il dito contro la Giunta trevigiana guidata dal sindaco Mario Conte sulla questione della cittadinanza per Ius soli

Sono passati quasi due anni da quando la maggioranza di centrodestra del Comune di Treviso aveva annunciato che sarebbe stata revocata la concessione della cittadinanza civica ai bambini di origine straniera nati in Italia e residenti in città al momento dell’ingresso nella scuola dell’obbligo. «In realtà, però, l’attuale maggioranza consiliare non ha mai provveduto a formalizzare questa intenzione e, quindi, rimane pienamente valido il “Regolamento per la concessione della cittadinanza civica per ius soli” approvato nel precedente mandato amministrativo». A sottolinearlo è il politico trevigiano Luigi Calesso in una nota indirizzata al Comune di Treviso.

«L’attuale amministrazione - specifica Calesso - è ancora obbligata alla tenuta del “Registro delle cittadinanze civiche per Ius soli” previsto dall'articolo 3 del regolamento e deve anche organizzare una “pubblica cerimonia” per la consegna degli attestati di cittadinanza civica, come previsto dall’articolo 4 del regolamento. Una situazione piuttosto imbarazzante perché la mancata tenuta del registro e perfino la mancata organizzazione della cerimonia pubblica si potrebbero configurare come inadempimento rispetto ai regolamenti comunali - sottolinea Calesso - E’ ben vero che la cittadinanza civica per ius soli viene registrata solo su richiesta dei genitori del minore ma è altrettanto vero che il regolamento (ancora vigente) richiede implicitamente che l’amministrazione renda nota questa possibilità agli interessati e si faccia carico (anche con il contributo dell’associazionismo) di raccogliere appunto le richieste. Nulla di tutto questo mi risulta sia stato fatto in questi due anni di amministrazione leghista della città: non si è revocato il regolamento per la cittadinanza civica ma non se ne rispetta il dettato né, tantomeno, se ne favorisce l’applicazione. Non è neppure facile capire come non abbiano dato forma giuridica alla scelta dichiarata di eliminare questa forma di cittadinanza civica una amministrazione e una maggioranza consiliare che si sono dimostrate granitiche nell'approvare modifiche perfettamente inutili al regolamento di polizia municipale per la “tutela della Loggia dei Cavalieri” e modifiche di fatto “anti stranieri” ai punteggi dei bandi per l’assegnazione degli alloggi popolari. Dimenticanza, sciatteria istituzionale, convinzione che ormai nel nostro Paese non sono più necessari gli atti giuridici ma bastano gli annunci perché le scelte politiche si concretizzino, almeno nell'immaginario collettivo?» conclude Calesso.

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