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Le reazioni al decreto del presidente Conte. Brugnaro chiama i sindaci di Padova e Treviso

Il sindaco di Venezia: «Il Coronavirus ha dato inizio alla città metropolitana unita. Daremo massima disponibilità al Governo, indipendentemente da come certe situazioni si sono create»

Numerose e diverse le reazioni del mondo politico ed economico veneziano dopo il decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro della Salute Roberto Speranza, nella notte fra sabato 7 e domenica 8 marzo. A cominciare da quella del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. «Abbiamo incontrato oggi, domenica 8 marzo in Comune a Mestre, le partecipate e i rappresentanti della Città Metropolitana per organizzare il lavoro dei prossimi giorni - dice il primo cittadino - Rassicuro i cittadini e li invito a mantenere un clima di collaborazione, rispettoso delle prescrizioni mediche e sanitarie. Daremo ampia diffusione delle disposizioni contenute nel decreto e chiediamo a tutti coloro che hanno attività aperte al pubblico di diffondere questi consigli per le persone. Il coronavirus ha decretato l'inizio della città metropolitana unita di Padova, Venezia e Treviso. Invito i sindaci a una riunione assieme in settimana per affrontare il tema della comunità. Daremo comunque, e indipendentemente da come certe situazioni si siano venute a creare, la massima disponibilità al governo», ha detto il sindaco.

«Estendere la zona rossa a tutta la Pa.Tre.Ve. è una decisione spropositata - per Paolo Zabeo, coordinatore dell'ufficio studi Cgia di Mestre che scrive domenica mattina - Queste 3 province generano il 5 per cento del Pil e dell’occupazione nazionale», mentre per il collega, segretario della Cgia Renato Mason: «Speriamo che nel giro di qualche giorno il governo si ravveda e alleggerisca le decisioni prese in nottata», ma il capo del dicastero della Salute avrebbe fatto sapere che «non si tratta di vere e proprie zone rosse, bensì arancioni. La chiusura delle prime fasi sarebbe stata superata in base all'evoluzione epidemiologica». Ma intanto varie Regioni, dal Lazio alla Sicilia, esplicitano nelle loro disposizioni che: «Chiunque, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data dell'8 marzo (pubblicazione del Dpcm) abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, o sia transitato e abbia sostato nei territori della Regione Lombardia e delle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova, Treviso; Asti e Alessandria, deve comunicare tale circostanza al Comune, al dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio, nonché al proprio medico di medicina generale, con obbligo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni dall’arrivo con divieto di contatti sociali, di osservare il divieto di spostamento e di viaggi, di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza».

La categoria Trasporto Unito ha chiesto il governo precisi che le misure sugli spostamenti delle persone, presenti nel Dpcm 8 marzo, devono essere intese nel senso che le attività produttive e i trasporti, anche in entrata e in uscita da queste aree del Paese, devono necessariamente proseguire». «Con il 25 marzo sono programmati i primi arrivi delle crociere e delle grandi navi a Venezia - scrive il presidente di Municipalità di Venezia Murano Burano Giovanni Andrea Martini - Di fronte alla situazione sanitaria questi arrivi possono costituire un pericoloso veicolo di contagio. Ho inviato al sindaco la richiesta di valutare i rischi. Come tutelare i viaggiatori e i cittadini residenti?». «L’ambiguità del testo del Dpcm sta creando molte incertezze tra le imprese e i lavoratori - scrive Cna (confederazione dell'artigianato e piccole e media impresa) -  È necessario che le istituzioni comunichino quanto prima anche alle associazioni di categoria ulteriori chiarimenti in particolare sulla mobilitazione di merci e persone», dice il presidente veneto della categoria, Alessandro Conte. 

“Il decreto elaborato dal governo è un forte richiamo al senso di responsabilità personale. Ad ogni cittadino viene chiesto di fare la propria parte per poter sostenere lo sforzo comune per contrastare e contenere la diffusione del virus. Questo appello deve essere recepito da tutti - scrive il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia - Ci impegneremo, non appena avremo ricevuto indicazioni precise dagli organi competenti sulle restrizioni agli spostamenti per comunicare ai cittadini come comportarsi». Il mandamento portogruarese attiva il Coc (Centro operativo comunale).

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