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Difesa idraulica nel Veneto: investiti dal 2010 oltre 860 milioni di euro

Messa in atto di un'azione sistematica e diffusa di manutenzione ordinaria e straordinaria del sistema idraulico per la salvaguardia dei cittadini

VENEZIA  “Dopo l’alluvione del 2010 sono stati realizzati o avviati interventi per la difesa idraulica del Veneto che attualmente ammontano a oltre 860 milioni di euro. E non si tratta solo di grandi opere strutturali, come i bacini di laminazione capaci di contenere milioni di metri cubi d’acqua, ma di un’azione sistematica e diffusa di manutenzione ordinaria e straordinaria del sistema idraulico. Senza tanti proclami, ma in termini di estrema concretezza, possiamo dire che in soli 5 anni la Regione è stata in grado di mettere in piedi interventi che complessivamente sono equiparabili a un quinto del Mose e se lo Stato ci garantisse risorse saremmo in grado di aprire subito altricantieri”.

Sono le cifre fornite oggi dal presidente della Regione Luca Zaia delineando, insiemeall’assessore all’ambiente, alla difesa del suolo e alla protezione civile Gianpaolo Bottacin, il quadro delle cose fatte per garantire al massimo livello la sicurezza del territorio Veneto. “Indubbiamente oggi il Veneto è più sicuro di cinque anni fa – ribadisce Zaia – tenuto conto peraltro che, dopo l’alluvione del 2010, abbiamo dovuto registrare eventi calamitosi praticamente ogni anno. Ma abbiamo affrontato il problema in maniera scientifica e attraverso un piano redatto sotto la supervisione del prof. Luigi d’Alpaos, sono stati individuati tutti gli interventi necessari in una regione dove nei precedenti 80anni non si era realizzata nessuna nuova opera di difesa”.

“La spesa complessivamente individuata – ha aggiunto il presidente -  ammonta a quasi 3 miliardi di euro, una cifra esorbitante per le sole finanze regionali. Ma ci siamo rimboccati le maniche e utilizzando tutte le risorse a nostra disposizione in cinque anni abbiamo ultimato o sono in corso di realizzazione 714 interventi che comprendono anche dodici bacini di laminazione per oltre 300 milioni di euro, ma per la maggiorparte – 702 interventi per circa 500 milioni – hanno riguardato gli interventi manutentivi di piccole medie dimensioni, soprattutto nei territori che maggiormente hanno subito i danni dei fenomeni alluvionali”.

Fra questi ci sono anche circa cento milioni gli investimenti per la sicurezza del sistema idraulico-forestale realizzati direttamente dalla Regione con i propri operai forestali. Inoltre, i lavori eseguiti o in appalto hanno alimentato il sistema delle piccole e medie imprese del Veneto, dando ossigeno a circa 700 aziende in un momento difficile per la nostra economia. Nessuno degli interventi realizzati ha comportato aumenti della spesa prevista. Anzi, si sono ottenuti risparmi sull’esecuzione delle opere per circa 25 milioni che sono stati destinati ad altri interventi. Il bacino di Caldogno, che verrà inaugurato tra qualche giorno, verrà a costare 5 milioni in meno della spesa inizialmente preventivata e ha dato lavoro a una quarantina di aziende.

“Mi sembra che abbiamo dimostrato con i fatti – ha concluso  Zaia – che se lo Stato ci desse le risorse necessarie saremmo in grado di fare da soli quanto serve per mettere in sicurezza il Veneto e sarebbe certamente la soluzione migliore. Abbiamo progetti immediatamente cantierabili per un miliardo di euro, tra cui quelli per il Tagliamento e l’idrovia Padova-Venezia. Ma occorre intervenire anche sull’alveo del Piave. Se la difesa dal rischio idraulico e geologico è davvero una priorità per lo Stato come lo è per la Regione del Veneto, il governo dia un segnale a questo territorio. La vera sfida per l’Italia è la difesa idrogeologica e qui bisogna investire, visto che ogni anno si registrano nel Paese due miliardi di euro di danni”.

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