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Export veneto ed embargo Russia, Zanoni: "E' un provvedimento strumentale"

Il consigliere del Partito Democratico ha commentato il no del gruppo alla risoluzione in cui si chiede alla Regione di intervenire sul Governo affinché ritiri l’embargo a Mosca

TREVISO Valdegamberi dovrebbe studiare la storia e vergognarsi di certe affermazioni. Paragonare l’Unione Europea al nazismo per le sanzioni inflitte alla Russia è inaccettabile”. È quanto afferma Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico, commentando il no del gruppo alla risoluzione n.44, approvata con 36 voti a favore otto contrari e due astenuti, in cui si chiede alla Regione di intervenire sul Governo affinché venga ritirato l’embargo a Mosca per le conseguenze negative sull’export veneto.

“Un provvedimento strumentale, perché ci sono già le sedi opportune dove portare avanti le rivendicazioni e perché le effettive perdite economiche per le esportazioni italiane e venete dovute alle sanzioni sono molto al di sotto di quanto scritto nella risoluzione. Sanzioni - aggiunge Zanoni - che non hanno come obiettivo i produttori dell’agroalimentare o della moda, o dell’industria più in generale, ma che sono state la risposta giustificata per limitare l’aggressività militare russa e alla violazione del diritto internazionale. I danni subiti dalle imprese italiane sono semmai dovute alle cosiddette ‘controsanzioni’ introdotte in maniera autolesionista proprio da Mosca, mai citate e sempre taciute dai proponenti della risoluzione della Lega e della Lista Zaia”. “In aula - conclude consigliere dem Zanoni - ho voluto anche ricordare le denunce contenute in un rapporto dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite a proposito di detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, torture e maltrattamenti in Crimea, occupata dalla Russia dal 2014”.

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