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Inquinamento da sostanze PFAS, in campo l'Iss e una task force regionale

La Regione Veneto vuole vederci chiaro fino in fondo e sulla base dei riscontri scientifici dell'Iss, se ne emergerà la necessità, interverrà con tempestività e stanziando tutti i soldi necessari fino all'ultimo euro

TREVISO Attivare la predisposizione e realizzazione di un piano di monitoraggio sulle matrici di interesse alimentare in relazione alla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche, PFAS, in alcuni ambiti del territorio regionale, affidandone il compito all’istituto superiore di sanità, che opererà con ulteriori finanziamenti regionali aggiuntivi rispetto ai circa 500 mila euro già spesi in passato; rafforzare la commissione tecnica regionale specifica con una nuova composizione multidisciplinare che operi, come una vera e propria “task force”, una ricognizione esaustiva della situazione e dei possibili sviluppi per tutte le matrici interessate dalla contaminazione e conseguenti valutazioni delle ricadute su tutti gli ambiti interessati.

Sono queste, in sintesi, le decisioni assunte nella giornata di martedì dalla giunta regionale del Veneto per affrontare e possibilmente risolvere nei tempi più brevi e con la necessaria conoscenza e certezza scientifica, il problema dell’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche che ha interessato 79 comuni del Veneto. La Regione segue la vicenda sin dal 2013, quando fu approvata la prima delibera sull’argomento, seguita da altri sette atti nel 2014 e due nel 2015. Da subito è stata anche avviata una totale collaborazione con le procure di Padova, Vicenza e Verona, che prosegue tuttora giorno per giorno.

Per evitare inutili allarmi va ricordato che la bonifica delle acque superficiali captate dagli acquedotti è stata completata nei giorni immediatamente successivi alla segnalazione del problema da parte del Cnr con l’installazione di adeguati filtri in tutti gli acquedotti e precise raccomandazioni di attenzione ai titolari di pozzi privati. Ora si è passati alla fase successiva, che riguarda il monitoraggio su alimenti e sugli umani. Occorre la massima scientificità, e per questo la Regione si è  affidata alla maggior autorità scientifica nazionale che è l’istituto superiore di sanità, stante che in Europa non esiste una soglia di tossicità ufficialmente definita e bisogna prima di tutto conoscere se e quante di queste sostanze si possono essere insinuate negli animali, nelle coltivazioni, e di conseguenza nell’uomo e se tali quantità siano o no pericolose.

L’unica soglia esistente è una fissata in Germania, rispetto a quella la situazione del Veneto è stata al di sotto fin dall’inizio della vicenda. La Regione vuole comunque vederci chiaro fino in fondo e sulla base dei riscontri scientifici dell’Iss, se ne emergerà la necessità, interverrà con tempestività e stanziando tutti i soldi necessari fino all’ultimo euro. La task force regionale potrà avvalersi dell’apporto di tutti gli altri professionisti ritenuti necessari e della collaborazione di tutte le Istituzioni competenti: Organizzazione Mondiale della Sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Politiche Agricole, Istituto Superiore di Sanità, Istituto Zooprofilattico delle Venezie.

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