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L’Eurodeputato IdV Andrea Zanoni partecipa a “Ferragosto in carcere”

Il prossimo 15 agosto l'eurodeputato dell'IdV Andrea Zanoni parteciperà all'iniziativa "Ferragosto in carcere", presso la casa circondariale di Treviso

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Il prossimo 15 agosto, l’Europarlamentare sarà in visita alla Casa Circondariale di Treviso. Per l’occasione, Zanoni ha affermato: "Il sovraffollamento nelle strutture carcerarie toglie dignità alle persone: devono essere ristabiliti i diritti dei detenuti".

“Ferragosto in carcere” è un’iniziativa che vede impegnati parlamentari nazionali ed europei all’interno delle strutture carcerarie italiane. Secondo l’Organizzazione Sindacale Autonoma della Polizia Penitenziaria, in 67 istituti di detenzione sui 210 italiani, il sovraffollamento è arrivato oltre ogni limite. Il carcere di Treviso è al nono posto in questa triste classifica: la capienza ottimale sarebbe di 127 detenuti e 7 in semilibertà, con condizioni di tollerabilità fino a 151. In questi ultimi anni, invece, i numeri sono stati abbondantemente superati, arrivando ad oltre 250.

"Parteciperò all’iniziativa, recandomi nel carcere di Treviso – ha affermato L’Eurodeputato IdV, Andrea Zanoni- perché è un dovere dei politici conoscere le strutture del proprio territorio. Purtroppo la Casa Circondariale Santa Bona è una struttura datata, risalendo agli anni Quaranta e la presenza di detenuti è oltre il 119% superiore alla capienza".

L’Istituto di Pena della Marca si compone di 2 strutture, una per detenuti in attesa di processo e l’altra per detenuti definitivi. A queste si aggiunge una piccola sezione per quelli che godono del regime di semilibertà.

L’Eurodeputato Zanoni ha ricordato che la Costituzione riconosce alla pena un valore di reinserimento sociale. "L’articolo 27 della Costituzione al comma 3 prevede che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Uno dei massimi giuristi del Novecento in materia penale, Francesco Antolisei, quando parlava di reclusione citava sempre la risocializzazione ed il recupero sociale. È dall’interno degli istituti detentivi che deve iniziare il processo di rieducazione. Le condizioni di sovraffollamento non permettono il rispetto del principio costituzionale. La stessa finalità rieducativa è infine riconosciuta dall’Onu e dal Consiglio d’Europa".

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