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Numeri sbagliati e notizie fuorvianti: Calesso attacca i sostenitori del Referendum

"Fake news e numeri aumentati di proposito aggiungendo il logo della Regione per dare credibilità alla propaganda". L'esponente di Impegno civile si schiera contro il referendum del 22 ottobre

TREVISO Sulle pagine dei social network di diversi sostenitori del Si' al referendum veneto del 22 ottobre circola ormai da settimane un "cartello" (allegato) che il cui testo si apre con "Referendum per l'Autonomia fiscale del Veneto."

L'espressione, secondo l'esponente trevigiano di Impegno Civile Luigi Calesso, si inserisce nel novero delle sempre più diffuse fake news visto che, nel caso (scontato) di vittoria del SI' al referendum, il 23 di ottobre il Veneto non avrà l'autonomia fiscale: la consultazione, infatti, ha valore puramente consultivo e, quindi, nessuna conseguenza sull'assetto fiscale della nostra regione. "Oltre a questo aspetto" dichiara Calesso "i sostenitori del Sì sbagliano anche i numeri visto che nel cartello in questione si parla del voto di 5 milioni di veneti: i residenti nella nostra regione, effettivamente, sono circa 5 milioni che comprendono, però, sia i cittadini di altri Paesi che i minori. Per capirsi, gli aventi diritto a partecipare  al voto erano circa 4 milioni alle elezioni regionali del 2015 e poco più di 3.700.000 al referendum dello scorso dicembre: dove intendono trovare un altro milione di elettori, i sostenitori del Sì?"

Non c'è da stupirsi più di tanto di fake ed errori da parte dei sostenitori del "referendum" visto che coincidono in buona parte con quelli che alla fine del 2013 hanno tentato di convincerci (con largo uso dei social) che era in atto la "rivoluzione dei forconi" (risoltasi, in realtà, con una serie di lunghe code di autoveicoli in vari punti della rete stradale) e, a marzo del 2014, che il referendum per l'indipendenza del Veneto aveva superato i 3 milioni di Sì'. "Quello che fa specie" conclude il politico trevigiano "è che il cartello che si trova oggi sui social  contenga il logo e la "firma" della Regione del Veneto. Dubito, in realtà, che si tratti di un testo autenticamente redatto dalla Regione, ma sarebbe bene che la Regione - se non lo ha già fatto - chiarisse pubblicamente, appunto, che si tratta di un utilizzo non autorizzato del proprio logo e della propria denominazione. Se non lo ha già fatto o non lo farà, la Regione si renderà complice della disinformazione dei sostenitori del "referendum". L'utilizzo della disinformazione da parte dei sostenitori del Sì referendario, comunque, un segnale chiaro del fatto che neppure loro sono convinti dell'attrattività del quesito referendario, visto che lo stravolgono. Ed è anche un altro ottimo motivo per non partecipare al plebiscito pro-Zaia del 22 ottobre".

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