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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Calesso: «Il maltempo? Colpa della troppa cementificazione»

L'esponente di Coalizione Civica interviene sugli effetti dell'ondata di maltempo che in questi giorni ha messo il Veneto in ginocchio, dando la colpa a una serie di fenomeni

L’ondata di piogge che ha colpito negli ultimi giorni gran parte del Veneto ha come conseguenza il preoccupante ingrossamento del corso dei fiumi, a cominciare dal Piave.

Sul maltempo di queste ore ha voluto dire la sua anche Luigi Calesso di Coalzione Civica: «C’è da chiedersi - commenta il politico trevigiano - quanto di questo fenomeno che preoccupa tanti trevigiani residenti lungo la zona rivierasca sia responsabile il maltempo e quanto, invece lo sia lo scarso rispetto del territorio e dei fiumi che caratterizza tanta parte del Veneto. Certo, una parte delle motivazioni di queste ondate di piogge possono essere attribuite al riscaldamento globale che colpisce l’intero pianeta a causa delle attività inquinanti umane, ma altre responsabilità vanno cercate molto più vicino a noi, nella gestione del suolo e delle acque, o meglio nella violenza che è stata loro inflitta, soprattutto negli ultimi decenni.

La cementificazione selvaggia che ha ridotto la capacità di drenaggio dei suoli, lo sfruttamento senza remore dei corsi d’acqua per ottenere energia idroelettrica, le palificazioni lungo i corsi d’acqua che impediscono l’assorbimento da parte delle sponde, le escavazioni nell’alveo dei fiumi sono altrettanti motivi per i quali precipitazioni consistenti diventano un problema anche in zone dove non lo erano in passato. Sono state queste attività umane a trasformare in pericoloso l’aumento del livello dell’acqua dei fiumi anche dove fino a qualche decennio fa non lo era, sono le cementificazioni del suolo che trasformano intere zone delle nostre città e dei nostri paesi in aree a rischio idrogeologico, semplicemente perché l’asfalto e il cemento non assorbono le precipitazioni che venivano assorbite dal suolo non impermeabilizzato. In questi momenti la politica tende a rifugiarsi nel magnificare il ruolo della Protezione Civile, sicuramente importantissimo per evitare situazioni peggiori di quelle che si verificano e nel mettere al sicuro persone e abitazioni. Ma la politica dovrebbe, invece, interrogarsi su quante responsabilità ha rispetto a quello strazio del territorio che è uno dei motivi principali del dissesto idrogeologico del nostro territorio. Meno cemento e meno asfalto ieri significherebbero meno necessità di allerta e di interventi della Protezione Civile oggi. E la politica potrebbe fare un passo in avanti - continua Caless - progettando, finanziando e facendo realizzare un grande piano di riassetto idrogeologico del territorio, a cominciare da quello della nostra regione: rispetto a tante grandi opere inutili e devastanti (che questo governo, tra l’altro non sta certo bloccando, nonostante le assicurazioni elettorali dei grillini) questa dovrebbe essere la prima “opera pubblica” da mettere in atto, quella di recuperare l’equilibrio dei suoli e delle acque. Probabilmente se ne parlerà per qualche giorno (e l’argomento soppianterà quello della sicurezza dei ponti che è oggi in voga) poi tornerà il silenzio, fino alla prossima piena, alla prossima esondazione, al prossimo allarme maltempo. E i soldi continueranno ad essere spesi per la Pedemontana la cui realizzazione, tra l’altro, qualche problema idrogeologico può già averlo comportato».

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