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Coppie bloccate in Congo, il premier congolese rassicura Letta

La vigilia di Natale il primo ministro africano ha spiegato che le autorità procederanno in tempi brevi al riesame dei casi di adozione delle famiglie italiane, tra le quali c'è una coppia di trevigiani

Trascorreranno il Natale a Kinshasha Francesca e Marco Morandin, i coniugi trevigiani bloccati nella capitale congolese insieme ad altre 25 coppie in attesa di poter espatriare insieme ai loro figli adottivi.

Dal governo africano, tuttavia, arrivano barlumi di speranza. La vigilia di Natale il premier Letta ha ricevuto personalmente assicurazioni dal collega congolese Augustin Matata Ponyo Mapon, circa la volontà delle autorità africane di procedere in tempi brevi al riesame dei casi di adozione delle famiglie italiane. E il vice ministro agli Esteri, Lapo Listelli, è in costante contatto con l’ambasciatore Pio Mariani che incontra quasi quotidianamente le coppie ferme a Kinshasha da oltre un mese, continuando a esercitare costanti pressioni sugli interlocutori congolesi.

“Sono una buona notizia e un passo in avanti notevole – commenta la parlamentare trevigiana Floriana Casellato, che da settimane segue la vicenda – Letta ha anche confermato di aver già predisposto l’invio di una delegazione di alti funzionari del ministero degli Esteri e dell’Ufficio del ministero dell’Integrazione, che incontreranno direttamente le autorità competenti in Congo. Questo ci fa ben sperare ad una pronta risoluzione della vicenda, e chiediamo anche alle nostre famiglie di avere fiducia e di rimanere sereni”.

Per quanto riguarda i visti di soggiorno, scaduti per molte delle coppie, il ministro dell’Interno congolese ha confermato all'ambasciatore Mariani che “la richiesta di rinnovo dei visti verrà considerata di volta in volta secondo valutazioni di natura tecnica". "Se si verificassero però casi di persone che devono partire e hanno il passaporto trattenuto alla DGM - precisa Casellato - l'ambasciata italiana rilascerà un apposito documento di viaggio che consentirà la partenza”.

Chiamerò Francesca e Marco per un augurio di Natale, anche se sono consapevole che avrebbero preferito passarlo in Italia, a casa con il loro piccolo Simon e i loro familiari – conclude Floriana Casellato - Cerco sempre di far sentire loro la nostra vicinanza e rassicurarli che non molleremo la presa e continueremo a fare pressione finché la situazione sarà risolta, speriamo nei tempi il più breve possibile”.

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