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La Nostra Famiglia, il caso in Regione: «Vanno tutelati i diritti dei lavoratori»

Francesca Zottis, prima firmataria dell’interrogazione presentata in Regione, si schiera a fianco dei lavoratori dell'associazione chiedendo per loro più tutele e diritti

Partito Democratico a fianco di sindacati e lavoratori dell’associazione ‘La Nostra Famiglia’ dopo la comunicazione della proprietà di uscire in modo unilaterale dal contratto in essere (Aris-Aiop Sanità privata).

«Stiamo parlando di migliaia di persone che operano nei centri di riabilitazione per disabili, 450 solo in Veneto in sette strutture (Treviso, Conegliano, Oderzo, Pieve di Soligo; San Donà di Piave; Padova; Vicenza) e che vedrebbero peggiorare le proprie condizioni in termini di orario e di retribuzione - commenta Francesca Zottis, prima firmataria dell’interrogazione dem - È una scelta inaccettabile che chiama in causa la Giunta Zaia: stiamo parlando di un soggetto accreditato, che giustifica la propria decisione con i mancati adeguamenti tariffari da parte della Regione. Ai dipendenti, che aspettavano da oltre 12 anni il doveroso rinnovo, si risponde con il passaggio al contratto collettivo Aris-Rsa, assai più svantaggioso». Secondo quanto denunciato dai sindacati, infatti, ci sarebbe un aumento di ore settimanali da 36 a 38 a parità di salario, oltre a un peggioramento delle condizioni per il recupero degli arretrati e di quelle retributive. 

«Le difficoltà lamentate dalla proprietà non possono essere interamente scaricate sui lavoratori, disdettando un contratto in essere e violando quindi i diritti acquisiti» aggiunge Zottis. I sindacati, oltre ad aver proclamato lo stato di agitazione, hanno chiesto un incontro urgente con Zaia e l’assessore Lanzarin per fare chiarezza, sollecitata anche nell'interrogazione del Partito Democratico, mentre le famiglie dei bambini che frequentano i centri di riabilitazione si sono mobilitate con una petizione online: «Dobbiamo tutelare i dipendenti da un lato e dall'altro non possiamo permettere che vengano messi a repentaglio servizi essenziali, di qualità e radicati da anni nel territorio - sottolinea ancora Zottis -  Si tratta di realtà che hanno un loro valore sociale e culturale. Certi comportamenti sono inammissibili, a maggior ragione se il responsabile è un soggetto accreditato: la Regione intervenga immediatamente e concretamente».

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