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“Il lamento di Zaia: chiede soldi per coprire i propri errori. E’ questa la sua autonomia?”

L'attacco della consigliera regionale Cristina Guarda (AMP): "Lo Stato ha già sborsato per la Pedemontana 614 milioni di euro, centinaia di migliaia di euro in più rispetto all’impegno iniziale previsto"

TREVISO “Zaia continua il suo pellegrinaggio di interviste e comparsate in tv a suon di lamenti, chiedendo soldi per rimediare ai suoi errori macroscopici commessi con la Pedemontana. L’autonomia del Veneto non può essere sbandierata per tappare le falle. Mi auguro invece che i soldi e le competenze di un Veneto più autonomo servano per affrontare e risolvere ben altri problemi: da quello delle acque inquinate fino alla prevenzione del rischio idrogeologico e agli interventi sociali a servizio dei più deboli”. Ad affermarlo la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP).

“Il presidente continua a dedicarsi anche all’altra sua principale attività: lo scaricabarile. Ma i fatti parlano chiaro: lo Stato ha già sborsato per la Pedemontana 614 milioni di euro, centinaia di migliaia di euro in più rispetto all’impegno iniziale previsto, e ha già ampiamente fatto la sua opera di soccorso a Zaia.

Il concedente dell'opera è la Regione ed è lei che ha accordato progetto e condizioni sfavorevoli per il pubblico, cosi come descritto dalla Corte dei Conti. Ed è stato Zaia che nel 2013 ha dato il via libera alle condizioni di questo contratto capestro, peggiorando addirittura le condizioni a carico dei residenti e confermando il vantaggio per il privato concessionario, a scapito delle casse regionali”.

“Cosa pretende ancora Zaia? E’ questa la sua idea di autonomia? Si metta una mano sul cuore e ammetta il fallimento veneto e le sue responsabilità: aver perso l'occasione di un'opera a servizio dei cittadini e dei residenti e non asservita a quei privati a caccia di project senza limiti nel guadagno. Un progetto decollato mentre Zaia era presidente della Provincia di Treviso, messo a punto mentre lui era vicepresidente della Regione, affidato al Commissario Vernizzi dal governo Berlusconi di cui Zaia era ministro. Non da ultimo, quel contratto-capestro è stato rivisto nel pieno del suo ruolo di presidente del Veneto”.

“E’ ora davvero umiliante – conclude Guarda - giustificare l'esigenza di autonomia con la necessità di soldi per coprire i madornali errori nella gestione di opere sovrastimate che lo stesso Zaia ha contribuito far diventare a vantaggio del privato e a svantaggio del pubblico, danneggiando i cittadini del luogo e gli espropriati che non sono ancora stati pagati. Senza dimenticare il fatto che i veneti vengono per giunta colpiti da pedaggi e tasse in più da pagare per coprire questa voragine vergognosa. Tutto questo In barba alle promesse elettorali e alle grandi dichiarazioni di dicembre, in fase di bilancio”.

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