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La polemica: «Gli agenti della polizia di frontiera di Treviso non sono dei pacchi»

Francesco Lipari, Segretario Regionale Coisp, risponde ad Armelao di Fsp che aveva chiesto che i poliziotti dell'aeroporto Canova fossero dirottati sul Marco Polo di Venezia

«Leggiamo, con stupore e incredulità, le dichiarazioni di queste ore del segretario Fsp Armelao che, riferendosi ai poliziotti in servizio alla polizia di frontiera di Treviso, afferma che questi operatori stiano vigilando un aeroporto vuoto mentre potrebbero essere utilizzati all’aeroporto di Venezia dove mancano gli uomini per garantire i servizi. Il tutto in risposta al Coisp che, a suo dire, aveva difeso a spada tratta i cinquanta agenti trevigiani. Tenuto conto che quanto affermato da Armelao non corrisponde al vero, è necessario fare chiarezza per far comprendere che la presa di posizione del sindacato Fsp è solo strumentale e nasconde ben altra ragione». A rispondere ad Armelao è Francesco Lipari, Segretario Regionale Coisp che, per meglio far comprendere la verità, ha deciso di prendere in esame i due distinti scali aeroportuali, con l’intento di far capire chi vuole salvaguardare il serio e proficuo lavoro degli uomini della sicurezza e chi invece li fa passare per coloro che stanno a “braccia incrociate”.

«A causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, entrambi gli aeroporti Venezia e Treviso, hanno visto bloccato il traffico passeggeri e lo scalo di Venezia ha mantenuto, dal 14 marzo al 31 maggio, solamente i voli cargo e 1 volo passeggeri Venezia – Roma e ritorno al giorno. Dal 1 giugno lo scalo di Venezia ha visto aumentare a 2 i voli giornalieri e gradualmente si è arrivati con voli commerciali nei fine settimana di circa 60 al giorno - continua Lipari - Attualmente si può affermare, senza rischio di smentita, che lo scalo veneziano ha un traffico intorno al 25%, mentre lo scalo di Treviso ha ancora oggi il traffico bloccato. Va detto che, facendo riferimento al traffico dello scorso anno, lo scalo veneziano vedeva tra atterraggi e decolli 440 voli al giorno».

«Quindi lo scorso anno, con un traffico passeggeri importante, si era concordato un servizio di rinforzo per aiutare i colleghi di Venezia che erano oggettivamente pochi per far fronte a questa enorme mole di lavoro. Quest’anno però, e ce lo dicono i dati, l’aeroporto di Venezia sta operando al 25% dell’attività dello scorso anno, quindi l’organico di Venezia, composto da 120 operatori contro i 50 di Treviso, è ben al di sopra delle necessità giornaliere e quindi eventuali rinforzi, per “aiutare i colleghi che devono lavorare con mille difficoltà a Venezia”, è la classica sparata sensazionalistica tanto cara all’organizzazione sindacale Fsp!» chiosa Lipari.

«Pertanto, come ben rappresentato dal Coisp di Treviso durante la riunione con il Direttore la IV Zona di Udine, il rinforzo a Venezia poteva e doveva avvenire nel rispetto della contrattazione decentrata e con la garanzia che sarebbero stati previsti gli istituti contrattuali in vigore - conclude Lipari - Nessun muro è stato eretto, solo Fsp (poco interessata alla salvaguardia dei colleghi trevigiani ed è qui la vera ragione) ha pensato bene di sollevare tutto questo polverone estivo perché le loro pretese di “aggregazioni senza regole” non erano state accolte. Spiace constatare che proprio il sindacato, che dovrebbe garantire i diritti del personale, denuncia una situazione irreale che ha come unica conseguenza quella di far apparire i poliziotti di Treviso, e di conseguenza tutta la polizia, come un apparato disorganizzato. In realtà ogni giorno tutti i poliziotti compiono sforzi enormi per garantire la sicurezza dei cittadini. Prima o poi speriamo lo capisca anche il sindacato Fsp!».

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