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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Politici trevigiani: promossi e bocciati in Camera e Senato

Sono state pubblicate le pagelle di deputati e senatori: quanto producono i parlamentari trevigiani? Quante assenze fanno? E quanto ci costano?

È un dato di fatto: i parlamentari italiani sono i più pagati d'Europa. Lo conferma anche la relazione presentata la scorsa settimana dalla Commissione guidata dal presidente dell'Istat Enrico Giovannini. Ma quanto producono i nostri deputati e senatori?

LA RELAZIONE - La risposta la troviamo sul sito indipendente Openpolis.it, che ha calcolato indice di produttività e percentuale di assenza dei parlamentari da almeno dodici mesi e pubblicato il rapporto "Camere aperte 2011".

L'indice di produttività è stato calcolato considerando le tipologie di atti, il numero di firme ricevute da ciascun atto e lo stato del suo iter in Parlamento e la partecipazione dei parlamentari ai lavori di Camera e Senato, i loro interventi e la loro presenza.

I PARLAMENTARI TREVIGIANI - I trevigiani che siedono alla Camera dei Deputati sono quattro: i leghisti Gianpaolo Dozzo di Quinto di Treviso e l'ex sindaco di San Vendemiano Guido Dussin; l'uomo che ha fatto cadere Berlusconi, il coneglianese del Gruppo Misto Fabio Gava e il sindaco di Roncade Simonetta Rubinato (Pd).

Altrettanti sono i senatori: Piergiorgio Stiffoni e il sindaco di Chiarano Giampaolo Vallardi, entrambi della Lega; il vittoriese Maurizio Castro e l'ex Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, entrambi del PdL.

PROMOSSI E BOCCIATI ALLA CAMERA - Il più attivo dei deputati è Guido Dussin, che si è posizionato novantaseiesimo su seicentotrenta, con un indice di produttività di 261,6. Seguono a lunga distanza Simonetta Rubinato (duecentoquarantasettesima con indice 154,5), Gianpaolo Dozzo (duecentosessantanovesimo con indice 143,8) e Fabio Gava (trecentoottantunesimo con indice 109,3).

Il meno produttivo, però, è il più presente dei trevigiani alla Camera, con 645 assenze su 9.515 votazioni (6,78 per cento). La più assente, invece, Rubinato che registra il 17,60 per cento votazioni mancate (1.675 su 9.515), seguita subito dopo da Dussin (1.184 assenze) e Dozzo (842).

Il sindaco di Roncade vanta anche il record di voti ribelli, tra i colleghi trevigiani: in centoquarantasette occasioni, infatti, ha espresso un parere contrario al proprio gruppo.

PROMOSSI E BOCCIATI IN SENATO - Tra i senatori, invece, la palma del "secchione" va a Maurizio Castro, che con il suo indice di produttività di 242 si aggiudica il sessantaseiesimo posto tra i trecentoventidue colleghi, distaccando di molto gli altri senatori della Marca. Al gradino numero centodiciannove troviamo Piergiorgio Stiffoni (indice 152,5), mentre Giampaolo Vallardi si assesta al centosettantasettesimo posto (indice 104,4). Duecentosessantacinquesimo Maurizio Sacconi, con un indice di produttività di 46,6.

Come nel caso dei deputati, il senatore meno attivo è anche quello meno assente. Sacconi, infatti, ha mancato a una sola votazione, sulle 5.321 effettuate. La percentuale di assenze tra i senatori trevigiani è comunque molto bassa: il meno diligente è Stiffoni, con 184 votazioni mancate (3,46 per cento). Seguono Vallardi con 106 assenze (1,99 per cento) e Castro (0,73 per cento e 39 assenze). Basso in Senato anche il tasso di "ribellione": il numero maggiore di voti contrari al gruppo, undici, lo registra Castro.

Vincitore del "premio-produttività" tra i deputati italiani è comunque un veneto, il veronese di origini bolzanine Antonio Borghesi (IdV), il cui indice di produttività è 1.035. Nella graduatoria dei senatori, invece, il primo posto va a un siciliano: Giampiero d'Alia (Udc-Svp), con indice 1.199,7.

INDENNITÀ PARLAMENTARI - Ma quanto ci costa questo zelo? Secondo la relazione pubblicata sul sito del Ministero della Funzione pubblica dalla Commissione Giovannini, gli otto parlamentari della Marca ci costano complessivamente un milione e mezzo di euro l'anno: 768 mila euro i deputati e 804 mila euro i senatori.

Un deputato della Repubblica ha diritto a un trattamento economico lordo, tra indennità, diaria e rimborsi, di oltre sedicimila euro al mese, ai quali vanno aggiunti i costi legati allo staff (circa 3.700 euro) e quattromila euro per il portaborse. Sfiora i diciassettemila euro, invece, lo stipendio di un senatore, esclusi i quattromila euro da destinare allo staff.

Si tratta di importi lordi, che comunque secondo la Commissione Giovannini superano decisamente gli stipendi percepiti dai colleghi di Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Austria e Belgio e che l'ex ministro Giulio Tremonti ha reso di fatto intoccabili la scorsa estate. Alla faccia della crisi.

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