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Immigrati in Veneto, botta e risposta tra Zaia e Kyenge

Dopo la notizia di mercoledì riguardo all'arrivo di altri profughi nella regione, il governatore veneto non ha tardato a esprimere il suo disappunto. A stretto giro la replica dell'ex ministro dell'Integrazione

TREVISO - Infiamma la polemica sui profughi in arrivo nei prossimi giorni in Veneto. Appresa la notizia, il governatore del Veneto Luca Zaia non ha tardato a manifestare il proprio disappunto, innescando la replica da parte dell'ex ministro dell'Integrazione, Cécile Kyenge.

Scaricare sui territori un’emergenza la aggrava, non la risolve - ha dichiarato Zaia - Mare Nostrum rischia di far naufragare nel caos istituzioni, amministrazioni locali, mondo del volontariato e semplici cittadini. Diciamo no all’arrivo di altri profughi in Veneto non per pregiudizio o indifferenza per la sorte di queste persone, ma nella convinzione che continuando a dire di sì il problema non verrà mai affrontato seriamente da chi ha il dovere di farlo".

Il dovere, secondo il presidente della Regione, è del governo e di "un’Unione Europea colpevolmente sorda, cieca, distante, che ci ha lasciati soli sin dall’inizio, salvo l’elemosina di qualche milione di euro del programma Frontex. Così non si può andare avanti”.

“Ci sarà pure un motivo – ha proseguito il Governatore – se adesso è sempre più numeroso il coro di ‘non ce la facciamo’; ‘non abbiamo le strutture’ che sale da tutto il territorio, indipendentemente dal colore delle Amministrazioni locali. E c’è anche un motivo di seria preoccupazione: queste persone che arrivano, nella stragrande maggioranza non vogliono fermarsi, ma raggiungere altri Paesi Europei, e quando capiscono che non è questo il loro futuro, fuggono e si danno alla clandestinità. C’è un problema anche di allarme sociale e di ordine pubblico”, ha sottolineato Zaia.

Secondo il governatore veneto la soluzione del problema "non può prescindere da un intervento serio dell’Europa": è necessaria l'apertura di un tavolo tra Stati che si assumano il carico della questione. Per Zaia l'Europa deve stanziare all’Italia e alle amministrazioni locali chiamate ad occuparsi della questione tutti i fondi necessari a fare fronte all'emergenza.

LA RISPOSTA - Alle critiche di Luca Zaia al piano "Mare Nostrum", ha risposto, non senza una vena polemica, l'ex ministro Cécile Kyenge.

"Sorprende che Luca Zaia si accorga solo ora dell’importanza di Bruxelles nella gestione dei flussi migratori - ha commentato - Dovrebbe capire se vuole l’aiuto dell’Unione Europea o se vuole il Veneto fuori dall’Italia e l’Italia fuori dall’Unione Europea. Dovrebbe anche spiegare se vuole un sistema di accoglienza europeo che vada oltre l’emergenza oppure no".

"L’Italia è la più importante frontiera a sud dell’Europa. La tutela dei confini esterni dell’Unione deve essere interesse comune dei paesi Schengen, ma, soprattutto, l’Italia non può essere sola nell’accoglienza – ha proseguito l’ex ministro, concordando in parte con Zaia - È ormai evidente: la maggioranza delle persone che giungono via mare intende raggiungere i Paesi del Nord Europa, ma l’attuale Regolamento di Dublino non lo permette, mentre il castello di burocrazia che la Lega Nord ha contribuito a costruire ha fatto sì che i tempi di valutazione delle domande di asilo siano un percorso ad ostacoli, costringendo in un limbo le persone accolte".

E' quindi colpa del Carroccio, secondo Kyenge, se gli immigrati finiscono "spasso per le città senza poter lavorare e senza poter fare nulla".

"Serve un serio impegno europeo e una comune assunzione di responsabilità dell’Europa alla politica dei flussi migratori - ha concluso Kyenge - Una politica che il centrodestra ha dato prova di voler strumentalizzare, piuttosto che risolvere".

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