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«Niente soldi per la terra dei fuochi del Nord, sono tutti per la Pedemontana»

A dirlo è il consigliere regionale Andrea Zanoni commentando la notizia del Bilancio regionale per il biennio 2019-2021 destinato a stanziare ingenti fondi per la Pedemontana

«Per la lotta ai cambiamenti climatici e bonificare la Terra dei fuochi veneta non ci sono soldi. Per la Pedemontana, invece, si trovano sempre». A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni esprimendo la propria contrarietà per il Bilancio 2019/2021 in discussione nelle scorse ore in Regione.

«Non c’è nessuna misura concreta per queste due emergenze - afferma Zanoni - La Regione addirittura confonde il Piano per il contrasto alle polveri sottili, comunque inefficace, con quello per ridurre i gas clima alteranti, che ci hanno portato a una situazione catastrofica con cui hanno dovuto fare i conti molte famiglie. Il cambiamento climatico non è più una questione esclusiva degli esperti e delle associazioni ambientaliste ma di tutti i veneti. Gli eventi estremi si stanno verificando con frequenza maggiore, nel luglio 2015 il tornado della Riviera della Brenta e a ottobre 2018 l’uragano con venti misurati da Arpav fino a 214km orari e danni per un miliardo. Eppure chi ci governa non vede e non sente. Nel corso del mio intervento - continua Zanoni - ho mostrato una planimetria di Arpav con un Veneto disseminato da decine e decine di triangoli arancioni. Ognuno rappresenta una bomba ecologica, la prova che il virtuoso e operoso Veneto è diventato negli anni la Terra dei fuochi del nord. Anche qui Zaia e la sua maggioranza non vogliono vedere né sentire, tanto che sono stati bocciati gli emendamenti per un piano di monitoraggio straordinario di questi siti per poi passare alla messa in sicurezza e bonifica. Come gruppo eravamo intervenuti su casi specifici come la C&C di Pernumia, l’ex Sev di Padernello di Paese, i rifiuti sepolti sotto la porta del Leon in viale della Serenissima a Treviso e ancora, sulla questione dei materiali nel fondo della cava Morganella e del mercurio che ha inquinato le falde di quattro comuni del Trevigiano, la cui origine è ancora sconosciuta. Soldi però non ce ne sono. Eppure il tema è scottante, ricordiamo le crescenti infiltrazioni mafiose in Veneto coi traffici illegali di rifiuti e della inefficacia e inefficienza delle politiche regionali per contrastarle, di nuovo nell’ottica del non vedo e non sento.

Evidentemente - continua Zanoni - mancano le risorse perché sono in gran parte dirottate sulla realizzazione della Pedemontana, a cui il bilancio destina 160 milioni. Una Superstrada che doveva essere pagata dal privato a cui il pubblico ha già garantito 914 milioni su 2,1 miliardi di opera un fiume di danaro quando però mancano le risposte alle precise richieste della Corte dei Conti sui provvedimenti della Regione nei confronti dei responsabili della seconda convenzione siglata con il concessionario Sis, che prevedeva un esborso di sette miliardi in più rispetto al terzo e conclusivo atto, firmato a maggio 2017. È una vera e propria macchina succhiasoldi che rischia di mettere in ginocchio il Veneto da qui fino al 2059, le cui conseguenze si riflettono anche in campo sociosanitario. Penso per esempio al settore della disabilità, con sempre più genitori disperati per la mancata assistenza necessaria per inserire i propri figli in ambito scolastico. Il relatore, da bravo soldato di Zaia, ha ribadito il vanto dell’unica Regione senza addizionale Irpef. In realtà questo slogan è una condanna per i cittadini veneti, per la loro sicurezza e qualità della vita. Non prevedere una addizionale per i redditi più alti quando i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, fa aumentare disuguaglianze e disagio sociale e, di conseguenza, l’insicurezza per parlare di un tema tanto caro alla maggioranza. La politica della Giunta è davvero di un Robin Hood al contrario - conclude Zanoni - niente tasse per i ricchi, togliendo servizi e sanità a tutti gli altri».

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