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Rinvio a giudizio per la vicenda del Molinetto della Croda: i volontari dicono basta, è stop

Partecipata assemblea a Refrontolo con presenti le associazioni del territorio. Aderiscono all'iniziativa anche Alpini e associazione Lyra: è la paralisi di un paese. Appello alle istituzioni di un volontariato lasciato solo di fronte alla tragedia. Stop alle attività a tempo indeterminato

REFRONTOLO Il volontariato colpevole, ferito, accusato, disorientato e una comunità che si stringe per essere più forte, solidale, presente e attenta alle vicende che stanno sconvolgendo da quasi tre anni un paese della provincia di Treviso. Mercoledì sera, circa duecento persone, hanno partecipato a tre riunioni culminate con l’assemblea della Pro Loco di Refrontolo che ha decretato la fine di ogni attività a tempo indeterminato. Una decisione che non vuole giudicare il rinvio a giudizio del presidente Valter Scapol, bensì sottolineare la precarietà e pericolosità in cui sono chiamati ad operare i volontari nel regalare alle rispettive comunità eventi e manifestazioni, molte volte a carattere sociale: “Al posto suo nella tragica vicenda del Molinetto della Croda ci potevamo essere tutti, perché ognuno di noi avrebbe agito in ugual modo” ha ribadito più volte Giovanni Follador, presidente di Unpli Treviso, seduto davanti alla platea, accanto allo stesso Valter Scapol e a Roberto Franceschet, presidente del Consorzio pro loco del Quartier del Piave.

L’assemblea della Pro loco di Refrontolo ha incontrato tutto l’associazionismo comunale per condividere la propria decisione: bloccare ogni attività, compreso il prestito delle proprie attrezzature. Subito le prime adesioni. Anche gli Alpini di Refrontolo e la giovane associazione culturale Lyra hanno dichiarato l’interruzione solidale di ogni loro iniziativa. Il rischio è che la comunità si areni. Si sa che ripartire poi non è sempre cosa scontata. A saltare immediatamente la sagra della Patrona, Santa Margherita il prossimo 20 luglio, poi la rassegna dei Passiti prevista a Novembre, ma che richiede un gran lavoro di preparazione già nei mesi estivi. Prima non sarà più organizzata la festa di chiusura dell’anno scolastico conosciuta come “Pastasciutta degli Alpini”, ma neanche il pranzo sociale della pro Loco che prevede ogni anno delle premiazioni e nemmeno il pranzo tradizionale con gli anziani del paese. Salterà un concerto musicale.

La lista è destinata ad allungarsi anche perché altre Pro Loco dei territori del Quartier del Piave porteranno la questione nei rispettivi consigli. “La decisione va oltre la protesta, è un urlo di dolore e sgomento del nostro mondo del volontariato che da questa vicenda vede emergere tutta l’emergenza e solitudine in cui ci troviamo ad organizzare eventi e iniziative per le nostre comunità – aggiunge Follador – Non potremmo mai accettare che Valter sia condannato per essersi comportato come ogni volontario avrebbe fato. Vorrebbe dire la fine di tutto. Mi auguro davvero che tutto termini nel giusto modo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Franceschet, presidente del Consorzio del Quartier del Piave: “Siamo continuamente a rischio. Ci ritroviamo a combattere e difenderci per aver la colpa di lavorare per il nostro tessuto sociale. Vogliamo sensibilizzare le istituzioni al fine che si prendano carico di questi problemi che se non risolti porteranno molte Pro loco a considerare l’interruzione di ogni attività”.

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