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Rom e sinti si appellano a Mattarella: "Fermare razzismo, discriminazioni e diffamazioni"

"Siamo cittadini italiani ma con un tenore di vita più basso rispetto agli altri e solo perciò viviamo in roulotte, case mobili, camper posti in terreni affittati o acquistati"

Alle 10.30 di sabato un corteo di rom e sinti, autorizzato dalla Questura, è partito dalla stazione ferroviaria di Treviso per dirigersi nel centro della città. Sullo striscione di apertura è presente questa scritta: "Rom sinti e partigiani uniti e solidali per liberare l'Italia da razzismo, fascismo e nazismo". Nell'occasione, il Consiglio Nazionale Rom Sinti Caminanti della Provincia di Treviso ha deciso di inviare un appello al Presidente della Repubblica Sergio Matterella:

"Ci rivolgiamo a lei sia come Presidente della Repubblica, sia alla sua persona che ha sempre dimostrato una grande umanità, soprattutto verso le persone in difficoltà. Le chiediamo rispettosamente di intervenire affinché ponga termine allo scempio perpetrato verso la gente rom-sinti-caminanti: siamo cittadini italiani ma con un tenore di vita più basso rispetto agli altri e perciò viviamo in roulotte, case mobili, camper posti in terreni affittati o acquistati. Dopo l'ultima guerra quelli che sono rimasti vivi, sopravvissuti ai campi di concentramento, si sono attrezzati con carri e cavalli e hanno iniziato una lunga strada verso la libertà. Per questo siamo diventati forzatamente nomadi non avendo un posto dove fermarci. Dopo decenni siamo riusciti o affittare un terreno o acquistarlo e siamo diventati stanziali per poter dare ai nostri figli una vita normale. La vita normale si è dimostrata un inferno in quanto siamo stati addittati come ladri, truffatori ed ancora altro. Come lei sa sig. Presidente in ogni cesta di mele ce ne può essere una marcia ed è giusto toglierla ma non per questo tutte le altre devono marcire. In questo ultimo periodo è pienamente in atto una grave forma di razzismo nei nostri confronti: siamo, nei fatti, considerati cittadini di serie B perché non abitiamo in normali case di muratura ed è per questo che sono stati ordinati sgomberi, rase al suolo tutte le strutture che accolgono le nostre famiglie senza darci alcuna alternativa. Abbiamo bussato alla porta degli organi competenti in materia per trovare una soluzione valida e che possa dare alla nostra gente una tranquillità di vita, ma ogni volta abbiamo trovato la porta sbarrata senza neanche poter essere ascoltati. La Comunità Europea è a conoscenza di questo problema ed ha stanziato ingenti fondi, non diciamo per risolvere il tutto ma almeno iniziare ad affrontare i problemi: ad oggi non sappiamo che fine abbiano fatto questi denari, si tratta di 7 miliardi di euro.  E' per questo sig. Presidente che lei è l'unica persona che possa fermare questo obrobrio innaturale perpetrato verso cittadini italiani che vogliono vivere liberi e nella legalità. Chiediamo di essere ascoltati come tutti gli altri cittadini".

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