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Sgombero ex Telecom, lettera aperta di Francesco Mattia Mari

Il presidente di "Ascoltare per costruire" si rivolge ai giovani del collettivo Ztl Wake Up, protagonisti per un mese dell'occupazione dell'ex Telecom di via Dandolo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Le conseguenze dell'occupazione dell'ex Telecom meritano delle considerazioni che non possono essere solo di natura strumentale ma devono essere frutto di un'analisi più ampia che parta da tre principi base: legalità, tutela della cittadinanza e necessità di ascolto.

Facciamo un esempio pratico per poi giungere ad una conclusione: da un anno, insieme a molti giovani e non, porto avanti una campagna per sensibilizzare l'amministrazione sui problemi dei quartieri. Vasto sarebbe l'elenco delle problematiche segnalate anche grazie al contributo dei quotidiani locali e su cui si è avviata da tempo una seria riflessione su cosa bisogna fare per venire incontro alle necessità della cittadinanza.

In questo modo, prima come segretario di un partito politico, oggi tramite le due associazioni che ho contribuito a fondare, ho fatto in modo di dare voce, come giovane, alle esigenze dei cittadini, con toni duri verso l'amministrazione, ma sempre rispettando la legalità e la tutela dei cittadini. Così la battaglia per la salvaguardia dei quartieri è emersa in modo valido, legittimo e soprattutto condivisibile in via trasversale.

Pertanto, così come è da considerarsi giusta la battaglia di questi ragazzi nel chiedere maggior tutela del territorio, va detto che è certamente erroneo il ricorso a vie che possano creare disagi ai cittadini che si vorrebbero tutelare: l'occupazione è un atto illecito ma tuttavia fatto per giusta causa e senza arrecare danno a nessuno è comprensibile ed anche per certi versi sostenibile. Va poi detto che il buon Gentilini, invece che fomentare la protesta, avrebbe dovuto comportarsi da buon padre di famiglia. 

Ora però la questione si è fatta più grossa del previsto ed è bene che sabato pomeriggio ci si guardi bene dal creare disagio a cittadini, forze dell'ordine ed esercenti.

Ieri, grazie al mio patrocinio, è nata l'associazione "Costruiamo nella legalità", presieduta da Francesco Borghetto e composta da tanti giovani che vogliono costruire una Treviso nuova fondata sulla legalità.   
 

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