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Sicurezza in città: il comitato "Prima i trevigiani" interviene sul problema

Con l'avvicinarsi delle festività natalizie cresce l'emergenza sicurezza nei quartieri soprattutto periferici della città. Le dichiarazioni del presidente del comitato trevigiano

TREVISO Con l'avvicinarsi delle elezioni comunali del 2018, il tema della sicurezza è destinato a diventare sempre più presente nelle discussioni che coinvolgono la città di Treviso e le accuse, le giustificazioni e i numeri a supporto di una o dell'altra tesi sono già finite al centro dell'opinione pubblica.

Per questo motivo, il presidente del comitato "Prima i trevigiani", Davide Visentin, ha voluto dare una lettura del fenomeno che non fosse unicamente merce elettorale, ma una fotografia vera della questione, analizzando la situazione dopo aver raccolto le opinioni di tantissimi cittadini trevigiani che quotidianamente avevano contattato il comitato. Dichiara infatti Visentin: "Treviso non ha, viste le sue dimensioni contenute e vista l'evoluzione del suo tessuto sociale, delle zone dove la criminalità è padrona e dove la vita è impossibile, come purtroppo avviene in altre zone del nostro paese, ma questo non deve incoraggiare perché la sensazione di sicurezza, specie nei quartieri e in alcune parti del centro, è ai minimi storici. I trevigiani che ci contattano, raramente obiettano una paura viscerale, ma troppo spesso una sensazione di disagio e insicurezza che mina la loro qualità della vita. I risultati portati dalla giunta hanno per noi poco valore perché rappresentano solo una parte della questione sicurezza, ovviamente la porzione che fa più comodo mostrare, e non mostra la condizione in cui versano la zona della stazione delle corriere oppure piazza Borsa, tanto per prendere ad esempio due parti di Treviso che a causa delle baby gang, e non solo, sono diventate inqualificabili. I numeri servono e ne siamo consapevoli, ma solo se i dati da loro espressi sono puntuali e non frutto di una parziale analisi del problema, altrimenti diventano solamente slogan propagandistici che poco aiutano a risolvere la questione.

La nostra speranza è che questo argomento venga si trattato con l'importanza che gli spetta, ma con l'intento di trovare una soluzione a una situazione che sta facendo morire la nostra città e per far si che questo avvenga vogliamo che le istituzioni siano pronte a comunicare con i trevigiani, utilizzando le varie aggregazioni di cittadini come veicolo per ricevere i feedback. Dal canto nostro noi continueremo a portare alla giunta le perplessità che ci vengono comunicate e siamo pronti a combattere duramente tutte le volte che ai cittadini viene propinata una situazione in miglioramento quando questa non è reale. Non saranno gli slogan elettorali a convincerci che la direzione intrapresa è quella corretta, ma solo una reale riabilitazione della quotidianità trevigiana ci impedirà di criticare l'operato istituzionale".

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