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Smog, ridurre i falò dei Pan e Vin: "Irrinunciabili ma inquinano troppo"

Martedì pomeriggio i sindaci di quattordici comuni della Marca si sono incontrati per decidere alcune misure da adottare contro il problema smog

Un’ordinanza condivisa da tutti i comuni contermini, dalla stessa Provincia di Treviso, con la possibilità che le stesse decisioni vengano adottate anche dalle province di Padova e Venezia. E poi una carta di intenti che sancisca il miglioramento del trasporto pubblico, con l’adozione per esempio di veicoli elettrici e il raggiungimento degli obiettivi fissati. Infine la necessità di sensibilizzare i cittadini spingendo all’adozione di buone pratiche comuni.

E’ quanto emerge dal tavolo antismog che si è tenuto martedì pomeriggio a palazzo Rinaldi tra i quattordici Comuni partecipanti (Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Maserada sul Piave, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Roncade, San Biagio, Silea, Villorba, Zero Branco)e i tre rappresentanti delle province di Treviso, Padova e Venezia.

“E’ emersa la volontà comune di affrontare il tema dello smog attraverso delle azioni condivise tra le amministrazioni, ma anche a un livello superiore, vale a dire tra Province - dichiara il vicesindaco Roberto Grigoletto – iniziamo a stendere il testo dell’ordinanza che riceverà il contributo di tutte le amministrazioni coinvolte. La bozza sarà pronta entro la settimana. Poi sarà la volte delle modifiche”.

Tra le proposte anche la regolamentazione dei “Pan e Vin”, tradizione irrinunciabile, che ogni anno però, nelle prime settimane di gennaio, contribuisce ad aumentare i livelli di inquinamento: “L’idea è di riportare il “pan e vin” a una tradizione che sia anche sinonimo di aggregazione sociale – dichiara il vicesindaco – con l’adozione di un regolamento che stabilisca il numero di fuochi possibili e la loro altezza. I dati dell’Arpav infatti testimoniano come, proprio in quelle settimane i livelli di inquinamento siano più elevati. Non si tratta dunque di cancellare la tradizione, che va invece salvaguardata, ma di limitare il numero dei falò privati che, specie in alcune zone, sono molto frequenti”. 

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