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Stato di agitazione in Comune a Chiarano: la tensione rimane alta

I dipendenti comunali chiedono il saldo dei salari arretrati in riferimento al 2014. A tutelarli nei loro diritti la Cisl Belluno-Treviso

CHIARANO Lo scorso 24 luglio 15 dipendenti del Comune di Chiarano hanno comunicato alla Prefettura di Treviso lo stato di agitazione per rivendicare il saldo del salario accessorio arretrato dell’anno 2014 e contro la prospettiva di taglio del fondo di produttività per circa 13 mila euro con effetto retroattivo dal 2014, ma che si protrarrebbe anche per gli anni futuri. Il fondo di produttività garantisce infatti la coperture delle indennità di turno, rischio, di disagio, di comparto, per il maneggio di valori e le progressione orizzontali.  

Le organizzazioni sindacali, insieme ad una rappresentanza dei lavoratori, hanno così successivamente organizzato due incontri con i funzionari della Prefettura, raggiungendo un accordo con l’amministrazione comunale per la sospensione dello stato di agitazione a fronte dell’impegno del sindaco ad interpellare la Corte dei Conti, la Ragioneria generale dello Stato e l’ARAN (l’agenzia per la rappresentanza negoziale della P.A) entro il 4 settembre, per interpretare la normativa che porterebbe, secondo il segretario comunale, al taglio delle retribuzioni accessorie dei dipendenti.

E’ necessario  mantenere distinti il fondo per il salario accessorio dei dipendenti, da quello per i responsabili d’ufficio incaricati dall’amministrazione comunale, come già tra l’altro previsto dal contratto nazionale e come applicato fino al 2013 anche nel Comune di Chiarano, considerando che la struttura organizzativa è rimasta  invariata nel corso degli anni. – dichiarano Silvia Carraretto della FP Cisl Belluno Treviso e Roberto Meneghello della FPLl Uil Belluno Treviso – Le decurtazioni paventate dal segretario comunale e derivanti dal taglio del fondo di produttività potrebbero, in futuro, mettere a rischio l’erogazione di alcuni servizi essenziali per la cittadinanza e il territorio.” “Auspichiamo quindi – concludono le organizzazione sindacali – che gli organi competenti diano quanto prima il parere richiesto, accogliendo l’interpretazione formulata dai sindacati, che garantirebbe una positiva risoluzione della vicenda.”

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