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Maretta in casa Sel, Stefano Dall'Agata lascia il gruppo trevigiano

Incomprensioni e questioni irrisolte: il dirigente provinciale di Sinistra Ecologià Libertà ha restituito la tessera del partito. Con lui ha lasciato Sel anche Antonio Zandonadi

Aria di crisi in casa Sel Treviso, che comincia a perdere pezzi. La condotta del partito perplime più di qualcuno e in due hanno già reso le proprie tessere.

A sollevare il polverone è stato Stefano Dall'Agata, dirigente provinciale del partito, candidato al Senato alle politiche 2013. Lo ha seguito a stretto giro Antonio Zandonadi di Spresiano, componente del Direttivo del Circolo e dell'Assemblea provinciale.

Dall'Agata lascia Sel con una lunga lettera, in cui esprime tutta la propria delusione per la condotta del partito, passato dopo le ultime elezioni comunali alla maggioranza, che sembra essere sordo alle richieste dei propri componenti.

Il nodo della questione - si legge nella nota di Dall'Agata - sta infatti nel rifiuto di ascoltare.

Pietra dello scandalo la questione delle consulenze, "per cui auspicavo - dichiara Dall'Agata - fosse chiaro a tutti che il rifiuto di concedere quanto richiesto deve essere considerato come corretta prassi amministrativa, e non possa in alcun modo essere visto come uno sgarbo nei confronti della Lista".

Dall'Agata parla di un "clima opprimente" all'interno di Sel, di "riunioni condotte senza trasparenza e discussione", "decisioni prese in sedi diverse e semplicemente comunicate ai portatori d'acqua". Condotte - prosegue - che "purché ci si situi dalla 'parte' giusta e si sia 'maggioranza', devono andare bene".

Riguardo alle consulenze - si evince dalla lettera di dimissioni di Dall'Agata - Sel avrebbe voluto evitare ogni clamore: "Avete mancato di assumervi le vostre responsabilità, ripetendomi che 'i panni sporchi si lavano in famiglia', e questo è già in sé un consiglio irricevibile, e cercando di mettere la testa sotto la sabbia quando i panni erano ormai in piazza".

"In 'famiglia' - ricorda Dall'Agata - avevo ripetutamente espresso il mio disagio rispetto ai fatti avvenuti, ma non ho avuto risposte. Era vostra responsabilità approfondire e verificare già da allora, e non lo avete fatto allora, e non lo avete fatto dopo: come si possa preoccuparsi solo dell'immagine del partito, senza preoccuparsi della sostanza delle sue pratiche è cosa per me incomprensibile e che non posso avallare".

"Questa serie di fatti mi porta a non riconoscermi più nel partito che ho contribuito a fondare - conclude Dall'Agata rassegnando le proprie dimissioni - Per cui con la presente lettera vi comunico il mio abbandono, perché un partito per il quale la verità non è importante non è il mio partito; un partito in cui sono proprio gli ipocriti ad etichettare come farisei le persone che esprimono critiche non è il mio partito; un partito in cui chi denuncia un andazzo pericoloso è sempre più colpevole di chi quell'andazzo produce, non è il mio partito".

E lasciando il posto il dirigente provinciale di Sel ha voluto concludere il proprio percorso con un ultimo atto: chiedere al Consiglio Provinciale dei Garanti della Federazione di SEL Treviso di avviare una verifica sui fatti in oggetto.

Dall'Agata precisa, tuttavia, che non abbandonerà la politica: proseguirà la propria attività nei movimenti, "Senza sentire la mancanza di quelli tra voi che spesso mi sono stati volutamente più d'intralcio che di aiuto".

 

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