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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Centro storico per ricchi: sempre meno residenti dentro le Mura

Secondo un'indagine condotta dallo Iuav di Venezia, Treviso è una delle 10 città italiane con il più alto divario tra i prezzi delle case in centro e quelle nei quartieri

Per anni l'idea di rivitalizzare il centro storico di Treviso è stata vista attraverso la realizzazione di appartamenti “di lusso” che avrebbero attirato dentro le mura un numero crescente di benestanti. I fatti però non hanno dato ragione a questa “teoria”: gli alloggi “di lusso” in parte sono rimasti invenduti e in altri casi sono stati acquistati (dopo diversi anni dalla loro costruzione) rimanendo però inutilizzati.

Un'indagine condotta dallo Iuav di Venezia e pubblicata meno di un anno fa aveva certificato questa situazione: tra le dieci città italiane medio-piccole prese in esame, Treviso si caratterizza per l’elevatissimo divario tra i prezzi delle abitazioni in centro rispetto a quelle dei quartieri immediatamente fuori le mura ed è quella in cui è largamente più elevato il costo degli alloggi nel centro storico. Ma è anche una di quelle in cui più rilevante è stato lo spopolamento del centro storico durante il ventennio 1991-2011: in questi anni i residenti del centro storico di Treviso sono diminuiti dell’11,65%. Di conseguenza è quasi raddoppiata, nello stesso periodo, la percentuale di case sfitte in centro, passata dal 12,3% al 23,7% del totale. Negli ultimi tempi si registra, al contrario di quanto vorrebbero i teorici del “centro storico per soli ricchi”, una diminuzione dei residenti dentro le mura dovuta al livello molto elevato dei canoni di locazione che scoraggiano, appunto, anche i “ricchi”.

«Questi sono i risultati delle “grandi operazioni immobiliari” che sono state compiute nel corso degli anni nel centro storico cittadino con la Fondazione Cassamarca molte volte protagonista (fin dall’epoca del “risiko immobiliare con Comune e Provincia) e con le amministrazioni comunali leghiste che hanno consentito (e in molti casi favorito) i progetti della Fondazione» commentano i rappresentanti di Coalizione Civica che in questi giorni hanno riportato alla luce il problema. «Mentre si sono perse occasioni importanti per riqualificare con una valenza pubblica alcuni comparti (ad esempio quello della ex-sede Inpdap a San Leonardo), negli ultimi mesi si susseguono avvenimenti e progetti che riguardano comparti importanti del centro storico. Negli ultimi anni l’ex-Inail è stato trasformato in un albergo, e sono iniziati i lavori all’ex-Zanotti di viale Battisti trasformato in palazzine che ospiteranno appartamenti “di lusso”, destino analogo a quello della ex-sede della Provincia lungo lo stesso viale, anche in questo caso con lavori già in corso mentre sono iniziati da pochi giorni quelli all’ex-cinema Edison. Negli ultimi mesi si registrano significativi avanzamenti per il progetto del campus universitario all’ex-distretto militare (con una parallela realizzazione di appartamenti, uffici e negozi nello stesso complesso), e l’acquisizione da parte del gruppo Benetton del complesso degli edifici della ex-intendenza di finanza tra il tribunale e via Canova. In questo quadro - prosegue Coalzione Civica - l’amministrazione comunale appare incapace di proporre ai privati che acquistano e ristrutturano di programmare interventi che soddisfino anche le esigenze pubbliche di restituire vitalità al centro storico dotandolo adeguatamente di servizi. Nonostante l’evidente fallimento della “ricetta” pare si continui a pensare al “centro storico per soli ricchi”. Proprio per proporre una visione alternativa del futuro del centro cittadino abbiamo elaborato una delle nostre osservazioni al Piano degli Interventi». Nell’osservazione Coalizione Civica propone che vengano individuate all’interno del centro storico cittadino aree destinate all’edilizia residenziale pubblica nella misura del 10% di ciascuno dei comparti destinati totalmente o parzialmente alla realizzazione o al recupero di edifici ad uso abitativo in quanto:  è necessario che gli “alloggi popolari” vengano distribuiti su tutto il territorio cittadino e non in poche zone o quartieri per evitare che si creino le condizioni per la formazione di “ghetti” e, quindi, anche il centro storico deve essere interessato da destinazione urbanistica; sarà così possibile risiedere in centro non solo per quei “ricchi” che, come è ormai ampiamente comprovato dai fatti non hanno saputo ridare vitalità alla città dentro le mura; il meticciato sociale, oltre ad essere una delle caratteristiche dei centri storici di numerose città italiane ed europee, è un valore in quanto contribuisce alle funzioni di osmosi sociale e di integrazione culturale che sono la necessità e la ricchezza del nostro tempo. «La risposta che l’amministrazione darà a queste proposte - conclude Coalizione Civica - farà capire se la nuova Giunta ha una visione nuova del futuro del centro storico o se è rimasta ancorata alla superata concezione del “centro riservato ai ricchi”.

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