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«Governo stalinista»: il PD attacca il presidente della Camera di Commercio

Giovanni Zorzi, segretario provinciale, replica alle esternazioni di Mario Pozza

«Pozza un giorno contesta il governo dicendo che non fa nulla per le imprese, un altro lo definisce addirittura stalinista: si metta d’accordo con se stesso». A dirlo Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso, riferendosi alle dichiarazioni del presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno Mario Pozza sulla stampa.

«Esternazioni sotto forma di slogan e frasi ad effetto, figlie di una dialettica politica che parla più alla pancia che alla testa della gente, non si addicono di certo al presidente di un ente come la Camera di Commercio, che ha lo scopo di tutelare gli interessi delle imprese fornendo dati ed offrendo servizi -dice Giovanni Zorzi- Affermazioni di fatto prive di significato, come quella che la politica fiscale del governo è stalinista, non fanno altro che confondere in un momento in cui invece sarebbe necessaria una comunicazione il più possibile chiara e coerente. Imporre il prezzo delle mascherine a 50 centesimi è stato un atto di giustizia da rivendicare con forza, che si è reso necessario nel momento in cui c’era qualcuno che stava lucrando sulla salute delle persone».

«Il governo in realtà sta facendo molto sul fronte degli aiuti alle imprese e ai lavoratori -osserva ancora il segretario provinciale del Pd- I dati lo stanno dimostrando, anche in provincia di Treviso, dove ad esempio sono già stati erogati oltre cento milioni di prestiti a piccole e medie aziende con garanzia da parte dello Stato, con il 94% delle richieste dei prestiti fino a 25 mila euro già accolte o istruite».

«È innegabile che molto ci sia ancora da fare -conclude Zorzi- Per questo serve la collaborazione di tutti. Dobbiamo rimettere in piedi un’economia piegata dall’emergenza e dobbiamo farlo il prima possibile, cercando di rafforzare il sistema produttivo del territorio, che già prima della pandemia non se la passava affatto bene, come ci dicono i dati delle aziende costrette a chiudere nei primi tre mesi di quest’anno e le ore di cassa integrazione erogate nel 2019. Non è il momento di alimentare polemiche strumentali, serve invece ripensare tutti assieme le strategie per fare impresa e generare buona occupazione».

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