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Pista ciclabile di Santa Bona vecchia: "Cittadini presi in giro da Manildo"

Mario Conte, capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord: " E' un capolavoro di pasticci e improvvisazione; si è cercato di vendere come cosa fatta qualche cosa che non lo è"

TREVISO “Alla presentazione pubblica svoltasi qualche settimana fa il sindaco ha letteralmente preso in giro i residenti di Santa Bona perchè il nuovo progetto sulla pista ciclabile è tutto in alto mare e non è neppure certo che si possa fare”, Lo dice oggi Mario Conte, capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord – Liga Veneta.

“Il progetto sulla ciclabile è un monumento alla disorganizzazione, alla mancanza di programmazione e di serietà di Manildo. E’ un capolavoro di pasticci e improvvisazione che con un linguaggio elettorale con cui si è cercato di vendere ai cittadini di Santa Bona Vecchia come cosa fatta qualche cosa che non lo è. Prima di tutto il Comune ha buttato 50 mila euro per un incarico dato ad un professionista per rivedere un vecchio progetto della Giunta Gobbo. Ma dato che il piano prevedeva degli espropri e che le procedure non avrebbero consentito di terminare i lavori entro il 2018, allora è stato affidato un incarico agli uffici comunali, da cui è usciuta l’idea non di una pista a doppio senso di marcia, ma di due su entrambi i lato della strada e realizzabili senza espropri. Questo è quanto è stato presentato ai cittadini di Santa Bona Vecchia nel corso dell’incontro pubblico tenutosi all’Istituto Mazzotti. Tutto bello: peccato che Manildo abbia dimenticato di dire che non ci sono accordi o definizioni attuative con il genio civile e con chi, come Ats, gestisce i sottoservizi nella zona”.

“Anzi, il Genio Civile, ha detto al Comune che prima di tutto serve una valutazione del comportamento idraulico della zona, dato che ipoteticamente il comune vorrebbe tombinare i fossati. E non è affatto scontato che l’esito di queste verifiche consenta il via libera per i lavori. In secondo luogo con Ats ci sono stati solo dei colloqui preliminari, che per stessa ammissione degli uffici comunali non si sono concretizzati in atti formali e neppure è stata fatta richiesta di alcun parere sulla fattibilità. Quindi al momento il progetto della pista è come se non esistesse e quella che è stata presentata ai cittadini è una presa in giro, ben confezionata ma sempre una presa in giro”.

“Siamo all’ennesimo capitolo della storia, tristissima per Treviso, del sindaco virtuale che dice e non fa. Dalla sicurezza alle infrastrutture, dai lavori pubblici alle poilitiche di promozione ormai i fallimenti e gli imbarazzi per questa giunta e per Manildo non si contano più, per non dire delle questioni relative alla gestione dell’emergenza stranieri. Tutti fallimenti che, come nel caso dell’incarico ad un professionista dato a vuoto, costano soldi al cittadino contribuente. Qui non siamo solo di fronte a problemi interni alla maggioranza, sempre più spaccata e ai problemi di una giunta litigiosa. E’ chiaro che al timone della nave non c’è nessuno perché il sindaco, dal 2013, a Treviso non esiste più. Il problema insomma, prima di ogni altra cosa, è Giovanni Manildo”.

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