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Unioni civili e stepchild adoption: la politica veneta si divide ancora una volta

Unioni civili, Laura Puppato: "Con la legge sulle unioni civili, oltre a diritti anche doveri". Bisinella (Fare!): "La stepchild sovverte l'ordine della famiglia e la Costituzione"

TREVISO Il ddl Cirinnà sulle unioni civili ha superato il primo scoglio in Senato, che ha bocciato le pregiudiziali di costituzionalità, ma l'iter del provvedimento è tutt'altro che in discesa. Il Pd difende la "stepchild adoption", ossia la possibilità per un omosessuale di adottare il figlio biologico del partner. Di fronte all'ennesima proposta del leader di Ap, Angelino Alfano, di stralciare quella parte della legge per trovare un accordo nella maggioranza di governo, la risposta dei democratici è stata netta: impossibile raggiungere una mediazione che faccia fuori dal ddl Cirinnà il tema delle adozioni.

“Aprire l'adozione a tutte le coppie e ai single permetterebbe di superare anche la stepchild. E’ vero che siamo in un tempo di cambiamenti e che i cambiamenti spaventano, ma mai avrei pensato che nell’ultimo paese d’Europa a non riconoscere i diritti delle coppie omosessuali si scatenasse questo putiferio sul disegno di legge Cirinnà. Credo invece che l’aspetto da cogliere sia il grande desiderio di riconoscimento di amore responsabile che arriva da queste coppie, che con le unioni civili acquisiscono molti doveri oltre che diritti. Il ddl va approvato al più presto”. Lo dice la senatrice trevigiana del Pd Laura Puppato, che ha parlato in Aula. “Sul punto della stepchild adoption – prosegue Laura Puppato – io credo che sia giunto il momento di mettere in concorrenza, una speciale, stimolante concorrenza, le varie coppie e i singoli che si propongono per l’adozione di uno o più bimbi, decidendo di dedicare con generosità la loro vita a chi non ha nessuno che si occupi di loro. Ritengo che sia necessario favorire principalmente i genitori che scelgono l’adozione come strumento per dare gioia, cura e affetto a dei bambini abbandonati e soli da qualunque parte del mondo. In questo contesto l’apertura all’adozione darebbe la possibilità di evitare di incoraggiare la pratica della gravidanza surrogata che effettivamente può nascere da un desiderio meno generoso e più egoistico”.

Nettamente contrapposta invece l'opinione della senatrice di Fare! Patrizia Bisinella: "Con l’ipotesi dell’introduzione dell’adozione omosessuale c’è il serio rischio di sovvertire il concetto di famiglia naturale, quella sancita dall’articolo 29 della Costituzione, e la sola orientata alla procreazione e all’educazione dei figli. Sicuramente si potranno determinare conflitti innanzi alla Corte Costituzionale". Dichiarazioni, quelle sella senatrice, in accordo con le colleghe Raffaela Bellot ed Emanuela Munerato. "Per noi è fondamentale il diritto dei bambini a nascere e a crescere nel contesto dell’affettività tra un uomo e una donna. Il diritto dei bambini precede logicamente ed emotivamente qualsivoglia desiderio degli adulti: questa, per noi, è la regola. La legge sulle unioni civili va definita in modo da non incentivare la produzione di figli al di là dell’affettività naturale attraverso la stepchild adoption o attraverso forme equivalenti» continua la senatrice tosiana «e senza questa forzatura potrebbe trovare un consenso molto più ampio, sia in Parlamento che tra i cittadini. Perciò non ci sono mediazioni sull'adozione. O c'è o non c'è il riconoscimento del diritto alla genitorialità omosessuale, al quale noi contrapponiamo il diritto primario dei minori di crescere con una mamma e un papà. Chiediamo dunque di stralciare gli articoli 3 e 5 che introducono la pratica dell'utero in affitto e l'adozione omosessuale. Non portiamo avanti, in questo Parlamento, provvedimenti che derivano da posizioni ideologiche contrastanti con gli ideali della maggioranza degli italiani, trascurando, al contrario, quei provvedimenti legislativi di cui la famiglia ha davvero un estremo bisogno e il cui ritardo nell’attuazione rende l’Italia fanalino di coda dell'Europa quanto a politiche di sostegno alla famiglia, alla natalità e alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro".

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