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Salute San Zenone degli Ezzelini / Via Caozocco, 10

Ancora poche le persone che hanno scritto le Dat nella Marca

Si tratta delle disposizioni anticipate di trattamento su come essere trattate in caso d’impossibilità d’esprimersi, la cui legge è entrata in vigore da inizio anno

“La forza della vita supera sempre il pensiero della morte. Ecco perché sono ancora poche le persone che hanno scritto le Dat, disposizioni anticipate di trattamento su come essere trattate in caso d’impossibilità d’esprimersi, la cui legge è entrata in vigore da inizio anno”. A spiegarlo il direttore generale Usl Francesco Benazzi, che giovedì alle 20.30 interverrà in una tavola rotonda sul delicato tema del “fine vita” al centro polivalente La Roggia, via Caozocco 10, San Zenone. A confrontarsi con Benazzi l’oncologo Fernando Gaion, presidente dell’associazione Altre Parole onlus, e il professore di bioetica Sandro Spinsanti, autore di “Morire in braccio alle Grazie. La cura giusta nell’ultimo tratto di strada”. Si può morire avvolti in un manto di serenità? Questa la domanda che aprirà il dibattito aperto al pubblico. “Nessuno pensa alla morte quando è in salute, e anche quando si sta male, si spera sempre di guarire. È naturale in questo mondo in cui respiriamo la cultura del benessere e vogliamo essere sempre giovani”, continua Benazzi. “L’introduzione delle Dat è stata fondamentale per la bioetica, perché consente al malato di scegliere, ad esempio, di non essere sottoposto all’alimentazione interale, chiedendo con le Dat al medico di limitarsi alle cure palliative e all’idratazione”. Benazzi chiarisce che “le cure palliative sono essenziali, i medici devono essere consapevoli di questo, non si può non dare la morfina ad un paziente che soffre, dobbiamo aprire una riflessione sul fine vita per rendere meno difficile possibile il trapasso”. Non solo: “i medici devono essere sempre più preparati a fornire il consenso informato alle cure, fondamentale per rispettare la volontà del paziente”. Le Dat sono un importante passo in avanti: “Noi medici siamo assolutamente contrari all’eutanasia, perché la vita va tutelata, ma va data la possibilità ai pazienti di scegliere il tipo di trattamento, per evitare in ogni modo l’accanimento terapeutico”. L’evento, organizzato dal gruppo culturale Archè, è ad ingresso libero.

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