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Scuola Castello di Godego

Breton Spa a caccia di nuovi talenti: open day con i giovani sviluppatori di app

Per il 2019 il piano industriale dell’azienda trevigiana, in rapida crescita, prevede l’immissione di 80 nuove figure professionali pronte a “cavalcare” la rivoluzione digitale

Da una parte, un’azienda con una spiccata propensione all'innovazione, “a caccia” di nuovi talenti per soddisfare le richieste di un mercato che sempre più guarda al “dato” come portatore di valore per raggiungere gli obiettivi in ottica di controllo di processo e di machine learning. Dall’altra, i giovani dell’ITS Tecnico superiore per applicazioni mobilie promosso da Gruppo Servizi Innovativi Tecnologici (SIT) di Assindustria Venetocentro e Niuko Innovation & Knowledge in partnership con Fondazone ICT Kennedy: l’incontro “andato in scena” questa mattina a Castello di Godego, negli stabilimenti della Breton spa, promette esiti molto positivi. 

«Se fino a qualche anno fa gli informatici erano impiegati quasi esclusivamente nel nostro servizio IT, oggi sono coinvolti in misura sempre maggiore nella ricerca nello sviluppo prodotto, al pari di meccatronici, ingegneri elettrici ed elettronici». Silvia Bragagnolo, referente  per la formazione di Breton Spa fotografa così uno dei mutamenti intervenuti con l’avvento della rivoluzione digitale. Fra i prodotti simbolo di questa evoluzione, possiamo menzionare “Sentinel”, un software che si integra ai centri di lavoro Breton e consente un monitoraggio avanzato della manutenzione, della produttività e degli indici di efficienza. Trasformazioni che richiedono una “robusta” immissione di figure IT, ma, come ben noto, la risposta che arriva dal mondo accademico è insufficiente. Anche se Breton è una grande realtà – oltre 900 i dipendenti per un fatturato di 270 milioni – con un modello organizzativo molto avanzato, il problema si fa sentire: «Spesso non riusciamo nemmeno a intercettare i neolaureati in ingegneria informatica in uscita dall’Università di Padova – aggiunge Giulia Tonietto, referente per il recruitment dell’azienda - ancor prima di laurearsi sono già indirizzati verso poche grandi società di consulenza». Che fare? Da qui la scelta di guardare all’ITS padovano, anche sulla scorta dell’esperienza molto positiva già avviata negli anni scorsi con l’ITS meccatronico Veneto, oggi un prezioso “vivaio” cui l’azienda attinge ogni anno per assicurarsi l’ingresso di nuovi talenti. La formula dell’ITS, che alterna la formazione in aula – affidata per il 90% a docenti che operano all’interno di un’impresa – alle esperienze in azienda, si è rivelata vincente.  Nelle prossime settimane partirà il primo stage che coinvolgerà a tre ragazzi, impegnati in un progetto rivolto allo sviluppo di App che valorizzino il dato acquisito. «Siamo una realtà in rapida crescita – continua Tonietto - per il 2019 il nostro piano industriale prevede un forte investimento nella piattaforma DigiHUB con l’obiettivo di aggregare nuove risorse e competenze per lo sviluppo digitale del prodotto; per questa ragione guardiamo davvero con interesse alla nuova esperienza dell’ITS, che abbiamo deciso di sostenere anche come sponsor». «Il monitoraggio nazionale 2018 sugli ITS – spiega Giada Marafon, responsabile area Potential Hub Niuko - conferma gli ottimi tassi di occupazione dei giovani in uscita da questi percorsi biennali: nell’82% trovano lavoro a un anno dal diploma, un impiego che nell’87% dei casi è coerente all’area del diploma. Dati ancor più elevati nel caso dei corsi collegati alla Fondazione Kennedy: il tasso di occupazione a un anno arriva al 90%. Accanto a Breton, molte altre realtà guardano o iniziano a guardare con interesse a queste esperienze, che rappresentano una risposta alternativa e complementare rispetto ai tradizionali percorsi accademici».

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