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Il messaggio dei sindacati: «Nuovo anno scolastico, stesse emergenze di sempre»

Teresa Merotto, Segretario generale della Cisl Scuola Belluno Treviso, usa parole dure sull'avvio del nuovo anno scolastico in provincia di Treviso. Le sue parole in una lettera

Alla vigilia del primo giorno di scuola, le emergenze da affrontare sono come sempre moltissime, a partire dal problema delle aule nelle scuole superiori della città di Treviso. È vero che gli alunni sono in diminuzione, ma se nel segmento dell’infanzia e della primaria il calo demografico si fa sentire (300 iscritti in meno alla scuola primaria), con il rischio chiusura dei piccoli plessi, le superiori vivono ancora il trend positivo degli anni scorsi. Le classi prime sono aumentate, creando un problema di spazi da trovare, entro pochi giorni, per collocare un centinaio di alunni. 

Sul fronte dei docenti le cose non vanno meglio. Le immissioni in ruolo concluse in questi giorni hanno confermato quanto la Cisl denuncia da tempo. Quest’anno si batterà il record dei professori precari che insegneranno nelle scuole: 200 mila a livello nazionale. Le graduatorie dei concorsi si sono svuotate, soprattutto per alcune materie (matematica, italiano e inglese) e le scuole dovranno attingere dalle graduatorie dei supplenti per coprire tutti i posti rimasti scoperti. Per matematica, alla scuola secondaria di primo grado erano previste sulla carta 500 assunzioni in ruolo in Veneto; si sono presentate poche decine di persone. Nella Marca si prevede l’assunzione di 1.700 supplenti nei prossimi giorni di convocazione. Per non parlare del problema del reclutamento delle maestre, con il pasticcio del contenzioso sui diplomati magistrali. Il Miur, anche su forte pressione sindacale, ha bandito un concorso straordinario per cercare di porre rimedio alla situazione che vedrà, dopo le sentenze di merito, la risoluzione dei contratti a tempo indeterminato delle docenti assunte in ruolo con riserva. In provincia di Treviso non ci sono ancora stati licenziamenti e si attendono i pronunciamenti dei giudici. Nel frattempo le docenti coinvolte hanno sostenuto le prove del concorso e quindi sono pronte per l’assunzione. Ma qui è subentrato un ulteriore problema. Il ministero delle Finanze, in considerazione del calo degli alunni dei prossimi anni, ha tagliato il contingente nazionale per le nomine in ruolo di 5mila posti, perciò siamo nella paradossale situazione in cui laddove ci sono gli aspiranti in graduatoria, sono state fatte poche immissioni in ruolo, mentre una quota consistente di posti destinati alle immissioni saranno restituiti al Miur e coperti invece da personale precario, con tutte le ricadute negative che questo comporta per la mancanza di continuità didattica dovuta all’avvicendarsi in cattedra di personale supplente. E che dire della politica miope (e del rimpallo di responsabilità fra Miur e Università) del numero chiuso dei corsi universitari per il conseguimento della specializzazione per l’insegnamento delle attività di sostegno? A fronte di una domanda crescente di docenti specializzati, le Università venete hanno attivato corsi riservati a poche centinaia di docenti, con il risultato che è ormai impossibile garantire agli alunni con disabilità il diritto ad essere seguiti da un insegnante con competenze specifiche.

Il reclutamento del personale della scuola è un meccanismo complesso, che presuppone politiche di programmazione di sistema e scelte politiche di lungo respiro. Invece, ancora una volta, ci troviamo di fronte a cambi di governo e ad avvicendarsi di ministri che, pur dichiarando la necessità di mettere la scuola e l’istruzione al centro delle politiche governative, nella realtà dei fatti nel corso della legislatura non mantengono le promesse. La riprova ne è il decreto legge che bandiva i nuovi concorsi per il reclutamento di personale, che, a causa della crisi di governo, è stato bloccato. L’intervento in extremis del Miur ha salvato per il momento l’immissione in ruolo dei nuovi dirigenti scolastici e quindi, con l’arrivo di una quarantina di neodirigenti, quasi tutte le scuole trevigiane potranno quest’anno contare finalmente su una figura dirigenziale a tempo pieno. Rimane invece drammatica la carenza di direttori amministrativi. In provincia di Treviso le scuole senza Dsga titolare di ruolo sono 61, sempre a causa dei ritardi nell’espletamento del concorso per il reclutamento di queste figure apicali. E va segnalata anche la situazione di disagio vissuto dal personale Ata, che non è stato risparmiato dai tagli degli organici, nonostante alle scuole si chieda sempre di più. La scuola per funzionare ha bisogno di figure stabili, sia dal punto di vista gestionale e amministrativo, sia per quanto riguarda la didattica. L’aver garantito e mantenuto in questi anni difficili il buon funzionamento e risultati eccellenti è merito di tutte le persone che hanno continuato a lavorare con impegno e dedizione nonostante i tanti disagi incontrati e le incongruenze e contraddizioni che caratterizzano il mondo della scuola.

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