Crespano del Grappa, continuano le polemiche in merito alla "cascina degli orrori"
LA “CASCINA DEGLI ORRORI “ A CRESPANO DEL GRAPPA - CIOE’ LA GRAVISSIMA SITUAZIONE DI MALTRATTAMENTO DI ANIMALI E DI CARENZE IGIENICO SANITARIE, VA RISOLTA DEFINITIVAMENTE
Sono anni ed anni che a Crespano del Grappa è segnalato un grave problema di irregolare detenzione di animali, e di carenze igienico-sanitarie. Ci sono le prove che questa situazione sia perdurata fino a pochi giorni fa.. Riepilogo della situazione Come da tutti risaputo, la famiglia Capovilla raccoglie cani e gatti da almeno quindici anni, e li detiene in condizioni igienico sanitarie precarie, se non incompatibili con la loro natura. Risulta che in tutti questi anni i cani siano stati tenuti al piano terra, mentre i gatti fino a poco tempo fa nella mansarda. Un certo numero di animali dovrebbe essere stato tenuto promiscuamente. A quanto pare i cani non avevano alcuna possibilità di uscire, nè per godere di un pò di libertà, nè per soddisfare i bisogni, quindi vivevano praticamente tra i loro escrementi, senza godere dell’ambiente esterno e di un minimo di socializzazione. Inoltre risulta che non siano stati sterilizzati, e quindi sono nate cucciolate in continuazione, e con mortalità elevata a causa dell’ incuria e delle epidemie di gastroenterite. Anche i gatti non erano mai fatti uscire; inoltre non hanno avuto a disposizione lettiere ma solo teli stesi in terra, che ogni tanto erano messi fuori ad asciugare e riportati all’interno senza neppure essere lavati. Pare che anche i gatti non siano mai stati sterilizzati. Sicuramente diversi animali sono periti per le malattie, il degrado, le zuffe tra gli stessi, e non si sa se le carcasse siano state smaltite correttamente.
Secondo una volontaria che per anni ha seguito il caso, quando in passato gli animali diventavano troppo numerosi venivano anche abbandonati nei boschi di Crespano; in effetti, con il tempo, nei dintorni della casa si sono formate varie colonie di gatti randagi. Infine c’è da far notare che nei pressi della casa, e in modo particolare nel periodo estivo, ristagna un forte odore nauseabondo, per il quale i vicini si sono lamentati diverse volte. Per tentare di risolvere questa situazione, nel corso degli anni diverse persone e volontarie di associazioni si sono prese cura di alcuni di questi animali, ma non potendo far di più, nè accedere all’interno della proprietà, hanno chiesto ripetutamente l’interessamento dell’amministrazione comunale; quindi sono state mandate lettere, sollecitazioni e richieste di ispezione. Il Sindaco Annalisa Rampin è dunque sempre stato bene a conoscenza di queste problematiche, ma, da quanto ci risulta, fino a pochi giorni fa non avrebbe mai deciso un intervento radicale, nè per rendersi conto della situazione, nè per risolverla. Nel 2015 alcune associazioni hanno perciò iniziato a lanciare appelli sui social media, seguiti da una bombing mail su Facebook; una volontaria ha anche denunciato la situazione con una lettera spedita e pubblicata sulla Tribuna di Treviso nei primi giorni di dicembre dello stesso anno. Solo a quel punto, e cioè di fronte alla pressione mediatica, in dicembre 2015 l’amministrazione rispondeva con una lettera, dichiarando di essere a conoscenza del problema e aver fatto recuperare da quella casa in soli tre anni ben 70 cani e numerosissimi gatti! Si dichiarava anche di aver più volte intimato alla famiglia di non prendere altri animali ,e si minacciavano sanzioni pecuniarie. Poco dopo, ispettori Ulss e agenti di polizia si sarebbero presentati alla famiglia Capovilla, che però di nuovo impediva l’accesso.
Dopo questo primo intervento, e fino a pochi giorni fa, non abbiamo avuto notizia di altri sopralluoghi, anche se il Sindaco afferma il contrario (“almeno un paio di volte all’anno” dichiarazione recente alla stampa). Ora, dato che da quella casa, e fino a pochi giorni fa, sono usciti animali in continuazione, che significa? Ricordiamo allora quanto dichiarato testualmente nella lettera dei Servizi Sociali del comune, che in data 11/12/2015 scrivevano: “E’ già iniziato da tempo un progetto di ampio respiro che consentirà, si spera a breve, una risoluzione definitiva del problema”; evidentemente, la promessa è stata disattesa! E si arriva alla primavera del 2017, e la signora Capovilla ha volontariamente preso contatti con una volontaria dell’Enpa Treviso per cedere qualche animale: quattro cani ceduti in condizioni igieniche indescrivibili, sporchi, pieni zeppi di parassiti, ma soprattutto terrorizzati dalla lunga detenzione, e alcuni gatti in condizioni anche peggiori: Fiv positivi, con parassiti esterni e intestinali, dermatiti da pulci, magrezza estrema (degli adulti pesavano solo 1,5 kg); un gatto aveva pure una brutta lussazione mai curata. Successivamente si sperava che la famiglia iniziasse a fidarsi, e cedesse altri animali, almeno per la sterilizzazione, ma la situazione non si è evoluta positivamente...
A seguito di tutti questi eventi, circa un mese fa alcune associazioni hanno deciso di organizzarsi concretamente, e costringere finalmente l’amministrazione comunale e le autorità sanitarie a far rispettare le leggi. In seguito al diffondersi della notizia che ci si stava preparando per una manifestazione in piazza, il 23 gennaio il sindaco ha provveduto a mandare degli operatori Ulss a recuperare qualche animale. In questa occasione sono usciti ben 12 cani. Successivamente, pochi giorni fa, il Servizio Veterinario dell’ Ulss n. 8 è intervenuto ancora, congiuntamente ai Servizi Sociali del comune, e si sarebbe finalmente riusciti ad evacuare tutti gli animali rimanenti, poi affidati ad un rifugio locale. Tutto ciò premesso, ci chiediamo: - perchè solo ora si è riusciti a tanto, dopo anni di indifferenza? - perchè, fino a pochi giorni fa, le istituzioni sono intervenute solo sporadicamente, anzichè decidere per una soluzione urgente e radicale? - perchè l’amministrazione comunale non ha risposto alle richieste dei volontari e delle associazioni, informando correttamente della situazione? I casi conclamati e accertati di grave incuria e maltrattamento agli animali, nonchè di carenze igienico sanitarie, non meritano di essere risolti rapidamente, applicando quelle leggi che già esistono? Per tutti questi motivi, siamo contenti che ora il comune si sia attivato, e che la situazione stia risolvendosi, ma deploriamo il comportamento, e l’insensibilità dimostrata, e dichiariamo estremamente tardivo questo interessamento.
Chiediamo che il Sindaco emetta un’ordinanza che vieti alla famiglia Capovilla di detenere ancora animali, e faccia veramente rispettare i regolamenti di polizia urbana. Si dovrà quindi incaricare l’Ulss di effettuare controlli regolari. Un’ordinanza simile è stata emessa circa tre anni fa da altro Comune della zona per un caso analogo, e l’Ulss dovrebbe anche controllare la salubrità dei terreni circostanti la casa. Ci auguriamo infine che le amministrazioni comunali e le istituzioni prendano finalmente atto che la sensibilità alle problematiche degli animali e dell’ambiente è in costante aumento, non sono pochi i cittadini che pretendono più attenzione: gli animali d’affezione sono come noi, sono abitanti nelle nostre stesse città e vanno rispettati, per quanto è possibile, perchè le leggi che dovrebbero proteggerli ci sono, e vanno applicate. Crespando del Grappa, 3 febbraio 2018 M.E.T.A. Movimento Etico Tutela Ambient e Animali P.E.T.R.A. "Gatti Vagabondi" "Tutti in tana" O.I.P.A.