Il glifosate presente nei cibi che mangiamo è tossico per l’uomo? Lo Chef Carra ce lo spiega.....
Il reale pericolo derivante da sostanze potenzialmente tossiche, nel cibo, dipende dal livello di dosaggio. Gli Stati membri dell’UE hanno fissato il livello per il glifosate nell’uomo a 0,5 parti per milione. Date queste minime quantità talvolta presenti nel cibo, una persona dovrebbe consumare una quantità incredibile di alimenti con tracce di glifosate perchè il livello della sostanza possa rappresentare un pericolo per la salute. Per esempio,potremmo mangiare 450 confezioni di cereali al giorno per il resto della nostra vita e il nostro livello di esposizione al glifosate sarebbe considerato sicuro dall’EFSA (l’autorità europea per la sicurezza alimentare). È possibile trovare tracce di glifosate anche in prodotti quali il pane e la birra, ma un recente studio del BfR (l’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio) ha mostrato che un adulto dovrebbe bere 1.000 litri di birra in un giorno perchè tali residui rappresentino un rischio per la sua salute. Quindi la domanda che uno si pone è : Il glifosate è tossico per l’uomo? La risposta è no !
Il glifosate agisce su un enzima che non si trova né nell’uomo né negli animali. Il nostro corpo non lo metabolizza, non viene accumulato e viene rapidamente espulso. Ecco perché il glifosate ha un livello così basso di tossicità. Il suo livello di tossicità che è circa la metà di quello del sale da cucina, circa 25 volte meno tossico della caffeina. Dovete sapere che qualsiasi erbicida registrato per l’uso legale nell’UE supera una grande quantità di test. Queste analisi studiano le proprietà chimiche della sostanza, la sua destinazione, il suo comportamento ambiente e come potrebbe influire sulle piante, sugli animali e sui microrganismi con cui potrebbe entrare in contatto.. Ulteriori test esaminano i possibili effetti della sostanza per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari; Sulla base dei risultati di oltre 200 studi tossicologici, l’EFSA ha approvato il glifosate nel 2002. Il glifosate,quindi, è uno dei composti più testati e studiati nella storia della scienza. Oltre alla rigorosa registrazione a cui è stato sottoposto dall’UE, le agenzie normative di oltre 160 paesi hanno approvato l’uso del glifosate.
Mentre ulteriori studi continuano a dimostrare la sicurezza della sostanza, vi sono semplici associazioni di grano che sostengono la tesi opposta. Ma sfortunatamente, per loro, gli eventuali effetti negativi non sono stati prodotti in condizioni realistiche che si verificherebbero negli esseri umani. Le ricerche che le organizzazioni competenti come l’EFSA utilizzano per la propria valutazione sono soggette a revisione paritaria critica e gli scienziati sono sostanzialmente concordi nell’affermare che il glifosate sia sicuro da utilizzare per la produzione di cibo. Dopo aver vagliato un’enorme mole di dati pertinenti, un gruppo di esperti EFSA incaricato della revisione paritetica, composto da scienziati, e non da semplici laboratori ,dell'EFSA ed esperti designati dagli Stati membri dell'Unione europea in loro rappresentanza, ha concluso che: È improbabile che la sostanza sia genotossica (cioè danneggi il DNA) o che presenti una minaccia di cancro per l'uomo.
Non si propone di classificare il glifosato come cancerogeno nei regolamenti UE in materia di classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche. Nello specifico tutti gli esperti degli Stati membri, con un’unica eccezione, hanno convenuto che né i dati epidemiologici (cioè sull'uomo) né le prove da studi su animali abbiano dimostrato nessi causali tra esposizione al glifosato e insorgenza di cancro nell’uomo.