Open Dream Food Market all'ex Pagnossin: un'emozionante abbraccio tra storie, giovani ed una centenaria
Un fine settimana, quello appena trascorso, zeppo di emozionanti, singolari incontri al civico 94 della Noalese in comune di Treviso. lo sottolineo a caratteri cubitali visto che si continua a leggere e sentire di trovarsi in quel di Quinto (sic!), balla storica, geografica e catastale enorme ed ormai insopportabile specie per chi, come il sottoscritto, in quel luogo ha lasciato un pezzo, bello, della propria vita.. Nei capannoni della "ceramica nuova" eretti agli inizi degli anni cinquanta del secolo scorso, da cui il nome, tirati a lustro da un'intelligente restauro conservativo voluto dall'attuale proprietario, il dott. Damaso Zanardo si è svolta la prima edizione dell'Open dream Food Market, stuzzicante vetrina di eccellenze eno-gastronomiche dei nostri territori con qualche stimolante "sconfinamento".
Lungo i binari, ben visibili ed opportunamente salvati, che fanno apprezzare la lunghezza, oltre 30 mt, dei grandi forni Kera a ciclo continuo dove s'infilavano i carrelli pieni delle terraglie forti da cuocere ed invetriare si sono "incolonnati" i 90 espositori anche loro pronti a "cuocere" e sfornare le loro specialità. Si è realizzato, complice la magia del luogo, un'emozionante incontro tra questi giovani saperi e sapori con quelli di una storia centenaria che data 1915 se ci ferma alla Pagnossin ma che risale alla seconda metà dell'800 se consideriamo la preesistente fornace dei Della Giovanna, emigranti svizzeri, di cui è rimasto lo splendido forno Hoffmann e la villetta padronale all'ingresso. E le storie, dalle storiche pietre, han preso scorrere. Come quella di "Bira", 5 amici, Paolo, Nicola, Diego, Maura e Vanny il mastro birraio e del loro sogno che con passione, caparbietà ed un qb di follia li ha portati a sfornare intriganti birre con mais Badoere o Biancoperla o Rosso Venezia dai sapori che non lasciano indifferenti.
O quella di Valerio e Kim scesi dalle Dolomiti feltrine a raccontare dei loro eccellenti salumi affumicati a base di Fea di Lamon ,ovino salvato dall'estinzione, o quella di Anna,Carla,Isabella,Maruzza,Giovanna, 5 energiche sorelle bassanesi, numi tutelari di Villa Angarano, coi loro splendidi vini rosati. Per non dire di Matteo Fossaluzza che ti emoziona mentre ti racconta dei suoi 15 ettari di viti storiche,su a Farra d'Isonzo,dall'ovvia produzione limitata che conosce una per una e di cui ti dà un dettaglio incredibile, ben oltre le doc e le docg, sulle zolle, sui sovesci con cui sostituisce gli antiparassitari classici, sul vero essere "coltivatore bio". Storie odierne in un luogo di storie antiche. Ecco perchè brillano ed incantano di più.