Presentazione libro "29 aprile 1945, Strada Noalese presso Quinto: morte di nove partigiani"
Martedì 21 aprile 2015 ore 18 a Quinto di Treviso presso la Sala della Musica di Villa Memo Giordani Valeri sarà presentato da Amerigo Manesso il libro di Camillo Pavan sull'uccisione da parte delle SS di nove partigiani in località "Al Gambero" nel giorno della liberazione di Treviso da fascisti e nazisti, domenica 29 aprile 1945. (Al mattino del giorno successivo, nella città già liberata, faranno il loro ingresso le avanguardie americane).
«Alla vigilia dell’entrata in città delle prime truppe alleate, morirono in provincia di Treviso una cinquantina di partigiani. Lo scontro più tragico si verificò a Quinto, sulla strada Noalese, dove i tedeschi massacrarono nove combattenti della brigata “Goffredo Mameli” appartenente al Gruppo Brigate Giustizia e Libertà di Treviso, controllato dal Partito d’Azione.
L’episodio, pressoché ignorato dalla memorialistica e dalla storiografia locale e del quale si stava perdendo perfino la memoria, è stato ora ricostruito da Camillo Pavan con una ricerca attenta e rigorosa pubblicata in questo volumetto voluto dall’Istresco in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione.
E’ vero che si tratta di un “piccolo lavoro”, come lo ha definito il suo stesso autore, ma è anche vero che la ricerca di Pavan contiene elementi di originalità e preziosi spunti di riflessione che val la pena di evidenziare.
Innanzitutto va ribadito che nessuno storico si era occupato fino ad oggi del sanguinoso scontro di Quinto. Il 20 ottobre 1945, sul luogo della strage, era stato inaugurato un cippo con i nomi dei caduti e due anni dopo il settimanale provinciale dell’ANPI (“La Nuova Strada” - già “Patrioti della Marca”- 9 maggio 1947) aveva pubblicato alcune loro foto accompagnate da un articolo celebrativo. Poi più niente, salvo una piccola meritoria ricerca dattiloscritta prodotta dagli scolari di una quinta elementare di Sant'Alberto di Zero Branco nell’anno scolastico 1983-1984 sotto la guida della loro maestra, nipote di uno dei caduti.
La sostanziale rimozione dalla memoria pubblica del sacrificio dei nove partigiani azionisti appare ingiustificabile sul piano morale, culturale e politico, anche se non è difficile individuare alcune delle ragioni che hanno certamente contribuito a questo silenzio durato quasi settant’anni. Prima tra tutte l’appartenenza dei nove caduti ad una brigata partigiana GL dipendente da una formazione politica – il Partito d’Azione – destinata ben presto a dissolversi e sparire; la qual cosa ha comportato inevitabilmente la caduta dell’interesse per la trasmissione della loro memoria.
E poi hanno giocato in negativo anche alcune circostanze occasionali come luogo, data e modalità dell’eccidio: nessuno dei caduti era di Quinto, fatto che non ha certo stimolato l’attenzione e la solerzia degli amministratori locali; il 29 aprile 1945 fu un giorno concitato e caotico per tutto il trevigiano, troppo pieno di eventi memorabili; il dramma si compì praticamente in assenza di testimoni disposti a raccontare.
Ma forse il fattore più importante alla base del lungo silenzio andrebbe individuato nell’atteggiamento negativo verso la Resistenza assunto all’indomani della liberazione – come vedremo tra poco – dalle popolazioni rurali di vaste aree del trevigiano, compresa quella in cui si svolsero i fatti narrati in questo libro». (Dalla prefazione di Livio Vanzetto)
29 aprile 1945. Strada Noalese presso Quinto: morte di nove partigiani, 170 pagine, formato 15 x 23, € 18,00, Edizioni ISTRESCO (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana), 2015.