Stupro di Castelfranco: gli avvocati di parte civile smentiscono le ultime notizie circolate
Nell’edizione del quotidiano on line “Treviso Today” - sezione cronaca, del 15 maggio 2019 è apparso un articolo dal titolo “Stupro in discoteca: vittima e presunto stupratore in una foto insieme”, il cui sottotitolo era “Accusato di aver stuprato una 15enne in discoteca, una foto lo scagiona”. Nell’articolo si fa riferimento ad una sorta di pretesa (ed inesistente) svolta processuale determinata dalla presenza di una foto che sarebbe stata scattata in un orario successivo a quello in cui sarebbe avvenuta la presunta violenza sessuale e che ritrae insieme l’imputato e la vittima, abbracciati. A ben vedere, l’immagine in questione - sottolineano i difensori delle parti civili, Avv.ti Marcello Vinci e Cristina Bissacco - oltre ad essere molto sfuocata, è stata depositata fin dall’inizio del processo ovvero fin da quando sono stati sentiti i testi della Procura; precisamente, il 5 dicembre 2017. Non solo. Il ragazzo che abbraccia la ragazzina vittima dello stupro è il di lei migliore amico che, nel corso della propria deposizione, si è riconosciuto nell’immagine “come il ragazzo che stava abbracciando Vanessa”. Per quanto concerne, poi, la relazione dello psicologo Giuseppe Sartori, consulente dell’imputato, si evidenzia che nel corso dell’udienza del 14 maggio u.s., all’esito del controesame del Pubblico Ministero, è emerso che molte delle immagini postate dalla ragazzina nei giorni successivi la violenza patíta, erano state estrapolate da internet oppure riprendevano la partecipazione della minore al compleanno della mamma o alla sagra paesana. D’altro canto, non è stato possibile per il citato consulente, verificare il momento in cui tali fotografie erano state effettivamente scattate, ben potendo le stesse risalire a un periodo antecedente lo stupro o a qualsiasi altro momento di vita. A tal proposito, il Dott. Rubens De Nicola, consulente della parte civile, ha evidenziato come “nei casi di disturbo da shock post traumatico le persone evitano i posti e le situazioni che riportano alla memoria quel preciso evento, e non già qualunque posto simile”. Infine, quanto alla riferita proclamazione di innocenza da parte dell’imputato, si rileva che, ad oggi, non ci è stata data la possibilità di sentire alcunché, posto che egli non ha mai presenziato ad un’udienza; e, ciò, a differenza della persona offesa che, nonostante il calvario che si protrae ormai da quasi quattro anni, non è mai mancata.
Avv.ti Marcello Vinci e Cristina Bissacco.