Treviso-Ostiglia, Natale green sull'ultimo miglio
Gli affezionati camminatori che vanno quotidianamente a riossigenarsi lungo quel gioiellino appena fuori mura che è l'Ultimo Miglio della ciclopedonale Ostiglia se ne sono subito accorti: nell'anfiteatro naturale creato dalle due bretelle che da v.le della Serenissima scendono verso l'ecocentro sono spuntati dei parallelepidedi di plastica verdolina alti poco meno di 1 metro posizionati in ordine sparso subito prima dell'area sosta attrezzata. Sono circa un centinaio e proteggono le essenze arboree e le loro zolle appena piantumate. Carpino bianco, roverella, corniolo,biancospino, acero campestre , queste le specie fornite dal più antico vivaio cittadino, sorto nel 1854 ad opera di quel Francesco Van den Borre arrivato nel capoluogo della Marca dalla natia Gand col suo fresco diploma della Regia Scuola d'Agricoltura e Botanica dopo esser stato allievo nell'allora più grande stabilimento vivaistico d'Europa, quello di Sant'Ambrogio di Verschaffelt. La piantumazione ha sorpreso un po' tutti per il modo e la zona prescelta. Il sesto d'impianto infatti suscita dubbi vista la distanza ravvicinata delle piantine tra loro, specie pensando allo sviluppo che avranno , 15-20 metri d'altezza per il carpino, 20-25 per la roverella ad esempio, costringendo evidentemente ad un "allargamento" per far respirare i poveri alberelli. La zona poi era già piantumata sin dall'aprile scorso e s'era miracolosamente salvata, in quel punto, dal demenziale sfalcio-scempio di luglio che aveva "desertificato" il filare d'arbusti, oleandri, pirachanta, berberis, biancospini gemello di quello di carpini, piantumati per ricreare quel "bosco lineare", peculiarità dell'Ostiglia e dell'Ultimo Miglio tanto da averli fatti chiamare sin da subito "Strada del Respiro" . Ciò che si attendevano tutti era invece il ripristino, promesso immediatamente dopo il "delitto", del quo ante colla ripiantumazione delle circa 200 essenze arboree maciullate. L'intervento effettuato, certamente benvenuto, non può però essere sostitutivo di quello riparatore perchè la vista di quel viale "mozzato" fa davvero piangere il cuore, specie pensando a quali splendide fioriture, anche invernali, avremmo già potuto avere.
Vittore Trabucco