Treviso-Ostiglia, Ultimo Miglio: la storia della cartolina di Natale
Una piccola, intrigante mostra è aperta da qualche giorno presso l'ottocentesco capitello situato all'incrocio tra le strade di Boiago e dell'Aeroporto a San Giuseppe là dove inizia l'Ultimo Miglio della ciclopedonale Ostiglia altrimenti detta "la Strada del Respiro". S'intitola "la storia della cartolina di Natale" e ripercorre in un breve excursus le tappe di un percorso iniziato addirittura nel 1475. Fu uno studente tedesco ad inviare per le feste di Capodanno il primo biglietto augurale della storia al suo insegnante vergando la seguente frase. "Herzlichen Gluckwunsch Professor!", "Congratulazioni Professore!".
Da quel momento di strada se n'è fatta parecchia per arrivare ad un'altra data "storica", il 1843 quando nacque a Londra il primo biglietto d'auguri natalizi standardizzato e prodotto in più copie con un'immagine che, secondo i desiderata del committente lo scrittore,giornalista ed editore sir Henry Cole dati all'amico artista John Horsley, membro della Royal Academy doveva racchiudere il senso della festa: carità, famiglia, festa, buon cibo. La cartolina di color seppia scuro, colorata a mano, riportava la frase che diverrà un classico: "Buon Natale e felice anno nuovo". Il successo fu travolgente e coinvolse la stessa regina Vittoria che iniziò a spedire queste cartoline a parenti ed amici. Il '900 fu il secolo di massimo successo con vari artisti, più o meno noti, che disegnarono e dipinsero cartoline natalizie come il triestino Dudovich. Nelle tavole della mostra possiamo ammirare alcune realizzazioni di Carla Ruffinelli, celebre illustratrice di libri per l'infanzia e non solo, di Sergio Bonelli, il papà di Tex, del trevigiano Carlo Boscarato e molti altri ancora.
L'esposizione attinge dall'archivio del sangiuseppino Silvio Trabucco (1923-2000), ceramista decoratore alla Pagnossin nonchè autore lui stesso di diverse cartoline natalizie per le case editrici milanesi. Il banner che fa da presepio è pure tratto da una storica immagine dell'artista Antonio Collino attivo negli anni del secondo dopoguerra. Un tuffo nella memoria ed una piacevole riscoperta per molti quando, prima dell'avvento del web o della Rete che dir si voglia, milioni di persone spedivano e ricevevano queste piccole opere d'arte dove, al pensiero stampato,s' aggiungevano a penna piccole considerazioni rivolte ai destinatari, parenti ed amici.