San Giuseppe, pagine d'organo compie 10 anni
Un inizio davvero intrigante quello di Pagine d'Organo, la prestigiosa rassegna musicale curata da Antiqua Vox, fondazione impegnata da anni a valorizzare, promuovere e diffondere la cultura musicale e l'organo a canne in particolare. Lo strumento protagonista è il grande organo meccanico Dell'Orto-Lanzini della chiesa parrocchiale di San Giuseppe costruito sul finire del secolo scorso dagli omonimi maestri organari di Arona grazie alla testarda volontà dell'allora parroco, don Giulio Zanatta e del cappellano don Giovanni Cideni che vollero così lasciare un dono d'inestimabile valore ai propri parrocchiani ed a tutti gli appassionati musicofili. Una prodigiosa macchina sonora collocata dietro l'altar maggiore con tre tastiere, pedaliera dritta e parallela e tre mantici alimentati da un elettroventilatore che danno fiato ad oltre 1800 canne. La rassegna si è creata un suo specifico spazio tra le manifestazioni del settore per la una peculiarità : essere vetrina di promozione dei giovani e più talentuosi organisti europei. Una decisione premiata dalla costante crescita nei numeri e nel prestigio internazionale. Ad aprire la consueta triade d'appuntamenti delle prime domeniche dei mesi di febbraio, marzo ed aprile è stato David Schirmer, 29enne berlinese attivo come organista di chiesa, cantante d'ensamble ed organizzatore di film e concerti muti. Il suo approccio alla progettazione dei concerti è quello di creare delle connessioni drammaturgiche e contestuali tali da condurre lo spettatore in una "passeggiata" melodica intrigante ed emozionante come quella proposta a cominciare dalla Fuga sul nome Bach op 60 nr 3 di Robert Schumann - 1810/1856- che ha disvelato agli astanti come il cognome del sommo Johann Sebastian sia di per sè stesso una melodia visto che, in tedesco le note musicali sono contrassegnate da lettere dell'alfabeto. E così la B è il sì bemolle, la A il la, la C il do e la H il sì naturale. Una sorpresa per gran parte del numeroso pubblico che gremiva la chiesa unita a quella di essersi trovati il giovane interprete seduto tra i banchi, in mezzo agli spettatori, lontano dalla tastiera a cercare la concentrazione per l'imminente concerto assorbendo a pieni polmoni le energie ed il respiro del luogo e delle persone. Restituite interamente in un'esecuzione dei brani scelti, da Schumann a Mendelssohn a Bach , ispirata e felicemente trascinante tanto da terminare, per sua sincera, schietta ammissione, talmente sfinito da negarsi al "bis" che il lungo, scosciante applauso richiedeva " a piene mani". Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 3 marzo.
Vittore Trabucco