Vigilanza privata, i lavoratori chiedono il rinnovo del contratto di categoria
Continuano le lamentele per la grave situazione in cui versano ancora oggi i lavoratori del settore della vigilanza privata e servizi fiduciari. «È quasi banale dire che nella situazione di crisi economica generale che ci affligge l’aumento del costo della vita è diventato insopportabile per tutti i lavoratori dipendenti, per noi, che abbiamo stipendi medi che vanno dai 1.058,06 del 6° livello ai 1.258,88 euro del 4° livello (€ 797,14 livello F, Servizi Fiduciari), il rinnovo del contratto nazionale di categoria è la sola speranza per migliorare le nostre condizioni economiche» afferma un dipendente esasperato.
«Non è invece banale focalizzare la situazione attuale che vi invito a considerare: il contratto nazionale della vigilanza privata e servizi fiduciari è scaduto ormai dal 31 dicembre 2015 sono trascorsi circa 46 mesi dall’avvio delle trattative. Dopo lo sciopero nazionale di agosto e il periodo feriale, ci si attendeva un contatto ad opera delle Associazioni Datoriali per la ripresa del confronto in merito, ma ciò non è avvenuto e non vi sono segnali in questa direzione. Se guardiamo gli ultimi rinnovi concretizzatisi dopo mesi e mesi dalle naturali scadenze, è come se avessimo saltato un rinnovo, o forse due del contratto stesso, e che quindi alla fine siamo sempre indietro rispetto ad altre realtà, così non solo per la parte normativa ma anche e soprattutto per quella economica (negli ultimi 10 anni questa categoria ha ottenuto complessivamente 60 euro lordi di aumento)». «Conosciamo con precisione - affermano i lavoratori - quali siano le proposte delle associazioni delle imprese che impediscono il rinnovo del contratto nazionale e sono: riduzione del trattamento e del periodo di comporto anche per l’infortunio; flessibilità selvaggia e tutta gestita unilateralmente; riduzione del riposo giornaliero; riposo settimanale nella media dei 14 giorni e possibilità di spostarlo oltre il 14° giorno. Aumenti salariali insignificanti. Siamo consapevoli altresì che la bassa sindacalizzazione dei lavoratori non facilita la trattativa e certamente relega questa categoria in un angolo buio che non si merita. I dipendenti degli istituti di vigilanza privata e servizi fiduciari sono circa 70mila addetti, di cui oltre 41mila guardie particolari giurate, che ogni giorno svolgono mansioni importanti con dedizione volontà e responsabilità, adeguandosi ad ogni nuova normativa ricevendo uno stipendio non adeguato. È pertanto giusto che alle guardie particolari giurate venga finalmente riconosciuto il merito di ciò che ciascuno fa all’interno del proprio istituto di vigilanza e che il lavoro svolto venga “pagato” per quanto vale, sia in ragione del rischio, che in ragione del costo della vita. Per quanto sopra, in questo momento così difficile, è urgente e importante che si riaprano immediatamente le trattative e si arrivi alla firma di un contratto nazionale unitario, dignitoso e rispettoso della nostra professionalità. Senza contratto non c'è sicurezza» concludono.