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Quanto costa l’acqua a Treviso?

Quel che viene fuori dalla ricerca condotta dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva è un impopolare +63,5% rispetto al 2007

Come stanno messe le reti idriche in Veneto? Quanto costa consumare acqua per le famiglie? Ha risposto a queste e altre simili domande l’Indagine dell’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva sui costi del servizio idrico. Quel che viene fuori è una regione appena un po’ sotto la media nazionale, ma le percentuali trevigiane non sono buone.
Una famiglia veneta spende in media per l’acqua 293 euro l’anno, meno dunque dei 310 euro del resto del Paese, ma le differenze tra provincia e provincia non mancano: si va dai “soli” 235 euro di Verona ai 412 di Rovigo , passando per i 248 di Venezia, 260 di Treviso, 272 di Belluno, 309 di Padova, 317 di Vicenza. E proprio a Treviso si sono registrati gli incrementi più sostenuti rispetto al 2011, quando le famiglie sborsavano 236 euro (quindi +10,2% )   e rispetto al 2007 quando la spesa era 159 euro,  ossia più un corposo 63,5%, 100 euro in più per intenderci!

La cittadina poco virtuosa non si posiziona bene nemmeno per quel che riguarda la dispersione della rete idrica, infatti, mentre il Veneto è in linea con il livello medio nazionale, pari al 33% dell’acqua immessa nelle tubature, Treviso detiene il primato negativo della maggiore dispersione che si attesta al 42%.
E quindi oltre al danno anche la beffa: costi elevati e tanto spreco.
L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2012 e l’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). 
I dati diffusi dall’annuale indagine dell’Osservatorio di Cittadinanzattiva sono in netto contrasto con il problema della scarsità di acqua.  A quanto pare non è chiara la portata del problema. In Italia, come negli altri Paesi europei e nordamericani, la maggior parte dei cittadini (con le eccezioni del caso) ritiene l’approvvigionamento idrico un fatto semplice e scontato.
Eppure basti pensare che nel Bel Paese per gli usi domestici si consumano circa 220 litri d’acqua per abitante al giorno e il consumo complessivo è di circa 2800 litri al giorno pro capite. (Fonte: Zanichelli 2010). Più spreconi di noi sono solo gli Stati Uniti d’America. Ci sono poi il settore industriale, che utilizza circa il 25%, e l’agricoltura con il 60% dell’acqua totale prelevata. 
I dati del dossier sono riferiti a una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%. Le famiglie italiane sostengono quindi in media una spesa di 310 euro ed è il centro la zona dove i rincari sono stati maggiori con un +47,1% rispetto al 2007, seguita dal nord +32,1% e il sud 23,8%. Sarà forse il caso in cui una maggiore consapevolezza del problema, nazionale prima, e globale poi potrebbe dar luogo a singoli comportamenti virtuosi che invoglino le amministrazioni a cercare e  mettere in atto soluzioni efficaci ed efficienti.

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