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Nuoto sincronizzato, sold out lo show solidale per i bambini di Città della Speranza

Grande successo per lo spettacolo benefico "Tutti insieme…come i Supereroi!" con le campionesse Beatrice Callegari ed Enrica Piccoli

TREVISO Bagno di folla ieri al Natatorium di Treviso per lo spettacolo benefico “Tutti insieme…come i Supereroi!”, messo in scena dalle sincronette di Montebelluna Nuoto, guidate dalla stella della Marina Militare Beatrice Callegari e dal bronzo europeo juniores Enrica Piccoli. Successo di pubblico frutto proprio dell’impegno delle due campionesse, promotrici di un evento il cui ricavato (oltre 4000 euro grazie ai quasi 400 biglietti venduti) sarà interamente devoluto a Fondazione Città della Speranza onlus, in particolare per finanziare i progetti di ricerca legati alle patologie oncologiche infantili. «Una nicchia della ricerca medica, per via della minor incidenza dei tumori tra i minorenni, che proprio per questo motivo dispone di meno finanziamenti – spiega Lara Mussolin, ricercatrice attiva a Padova presso la Torre della Ricerca Città della Speranza – Grazie ai contributi spontanei di tante persone, nella Torre della Ricerca di Città della Speranza oggi operano 279 ricercatori, che hanno compiuto passi da gigante nella cura delle malattie oncologiche: basti pensare che negli ultimi vent’anni il tasso di guarigione dei bambini è salito dal 30 all’80%».

Un messaggio raccolto da tantissimi trevigiani anche grazie alle testimonianze delle campionesse Callegari e Piccoli, vere protagoniste della giornata, che hanno dispensato autografi e selfie ai numerosissimi fan accorsi all’impianto di Treviso. D’altra parte, la scelta di organizzare l’evento era nata proprio da una visita delle sincronette alla Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova. «Incontrare i bambini ricoverati è stata un’esperienza toccante, abbiamo deciso insieme di organizzare questo evento per aiutarli e ho fatto il possibile per esserci quest’oggi», racconta Enrica, che al termine dell’esibizione ha dovuto partire per Roma, dove l’attendono gli impegni con la nazionale. A mettere in scena la coreografia, insieme alle due campionesse, altre sessanta atlete della Montebelluna Nuoto, rappresentata in tutte le categorie, a partire dalle “stelline” capitanate dalla piccola Adele, la più giovane del gruppo, di appena 6 anni. Al centro del saggio, ideato dall’allenatrice Martina Arzenton, una storia che parla di supereroi alle prese con la perdita dei propri superpoteri: una storia di sfida per la vittoria, che allude a quelle di tanti bambini, messi alla prova dalla vita, che lottano eroicamente per la propria guarigione.

«Vedere tante ragazze, soprattutto le più giovani, esibirsi di fronte ad un pubblico così numeroso, mi commuove – rivela l’olimpionica Beatrice Callegari – mi ricordano i miei inizi e le emozioni che si provano le prime volte. È bello che le abbiano vissute in un’occasione come questa, per interpretare una storia che parla di coraggio e soprattutto per aiutare tanti loro coetanei meno fortunati». Parole che sgorgano dal cuore di una campionessa nello sport e nella vita, che oltre a prestarsi come testimoniale per l’evento, ha deciso di mettere in vendita tra i fan il suo kit di gara utilizzato con la nazionale, per devolverne l’incasso sempre a Città della Speranza.

«Devo ringraziare Beatrice ed Enrica per aver messo il loro talento a disposizione di questo importante messaggio - afferma Antonella Gasparotto, Consigliere e Referente della Fondazione per la Città di Treviso – e ovviamente Montebelluna Nuoto per aver promosso questa giornata. Un ringraziamento speciale, infine, anche alla società Natatorium che, oltre a concedere gli spazi del Centro Natatorio Comunale di Treviso, ha allestito un service video per la trasmissione in streaming dello spettacolo, seguito da quasi 16 mila persone attraverso la pagina Facebook di Città della Speranza: un’opportunità che ha permesso di ammirare questa meravigliosa performance a tutti coloro che sono stati impossibilitati a seguirla dal vivo e soprattutto ai bambini ricoverati in Clinica. Proprio a loro, infatti, tutto questo era dedicato».

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