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Da idraulico a maratoneta: la storia del keniano Gilbert Kipleting Chumba

L’africano, dopo buone prestazioni, cerca la vittoria a Treviso: è infatti proprio lui uno dei favoriti della 15^ Treviso Marathon

TREVISO Arriva dall’Africa, quella poverissima, uno degli atleti di punta della Treviso Marathon numero 15. Si tratta di Gilbert Kipleting Chumba, keniano proveniente da una piccola cittadina di nome Kiptenden. Un passato difficile, che l’ha portato a lasciare, giovanissimo, gli studi, per provvedere al sostentamento della famiglia (ha 7 fratelli e una sorella). Per farlo ha lavorato come idraulico, un aiuto fondamentale: il suo stipendio, insieme a quello del papà carpentiere, ha dato cibo e opportunità scolastiche ai fratelli. Dopo il quarto posto ottenuto lo scorso ottobre alla Venicemarathon, Chumba, sposato e con due figli, torna in Italia con la voglia di essere protagonista.

Il keniano, classe 1986, ha scoperto relativamente tardi - grazie all’amico Gilbert Kiwa vincitore delle maratone di Francoforte e Vienna nel 2009 – il mondo del podismo. Dal 2010 al 2014 ha corso giusto per tenersi in forma, seguendo programmi di allenamento come gli atleti d’élite, senza però avere le possibilità economiche e le facilitazioni per andare ad allenarsi in altitudine e a tempo pieno. Nico Pannevis and Max Monteforte di “Purosangue Project and Foundation” sono venuti a conoscenza della storia di Gilbert, lo hanno conosciuto e insieme al loro assistente in Kenia, David Oloisa, l’hanno inserito nel gruppo di atleti che si allena a tempo pieno a Iten a circa 2400 metri di altitudine. Nel maggio 2017, Chumba ha partecipato alla sua prima maratona internazionale in Ruanda, vincendo al debutto sulla distanza. Nell’ottobre 2017 ha sfiorato il podio alla Venicemarathon, concludendo i 42,195 km in 2h16’47’’.

“Stiamo allestendo un cast di atleti interessanti – commenta Migidio Bourifa, responsabile dei top runner – avremo soprattutto maratoneti stranieri, alcuni cercheranno di mettersi in luce, altri punteranno a nuove affermazioni. A Treviso, in molte edizioni, gli africani hanno scritto storie importanti e credo accadrà anche quest’anno. Il percorso è bello, sono certo che i partecipanti, sia per la vittoria, sia con obiettivi meno agonistici, lo apprezzeranno tantissimo”.

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