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Operazione nostalgia del Treviso calcio, in panchina arriva Gianfranco Bellotto

Nel pomeriggio l'esonero dei vertici dell'Academy (promozione) di mister Francesco Feltrin. L'allenatore padovano, 70enne, torna ad allenare la squadra biancoceleste dopo i fasti dei campionati di serie B tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000

La notizia, molto velocemente, si è diffusa nel pomeriggio ed è poi diventata ufficiale, suscitando forte emozione e nostalgia tra i tifosi. Gianfranco Bellotto, 70 anni, padovano di Camposampiero, già in passato allenatore del Treviso calcio, che guidò nei campionati di serie B tra il 1997 ed il 2000, torna sulla panchina dei biancocelesti. Un colpo clamoroso quello messo a segno dalla neonata società Treviso Academy (promozione) che solo poche ore prima aveva esonerato mister Francesco Feltrin a causa dei risultati deludenti di questa prima fase di campionato.

Da calciatore Bellotto ha giocato in serie A ed in serie B con Ascoli e Sampdoria tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80. Da allenatore ha guidato Fidelis Andria, Venezia, Treviso, Cagliari, Modena, Vicenza, Salernitana, Novara e Ragusa (l'ultima esperienza datata 2013, per un solo mese, prima di dimettersi).

Che Treviso era quello di Bellotto? Non fu certamente semplice ereditare la formazione biancoceleste (all'epoca la società era presieduta da Renzo Barcè) da un totem come Bepi Pillon. Nonostante ciò Bellotto riuscì a garantire, nel suo triennio, una tranquilla salvezza alla società, facendo a tratti sognare i tifosi. Nel campionato 1997/1998 il Treviso (giocò in quella stagione le gare casalinghe allo stadio Monigo in attesa di rimettere in sesto il Tenni) chiuse con un ottimo ottavo posto (52 punti), grazie ai 9 gol del "mitico" Fiorio (il condottiero che aveva trascinato il Treviso alla cadetteria) e ad una squadra solidissima, composta da giocatori espertissimi e di valore come Ezio Rossi, Susic, Bonavina, De Poli, Pasa, Boscolo, Checco Maino, Margiotta, Mondin oltre al russo Talalaev, unico straniero in rosa.

La stagione successiva venne confermato l'ottavo posto (56 punti) ma con un andamento molto diverso: nel girone d'andata la squadra di Bellotto stazionava nelle posizioni di vertice (una sola sconfitta nel girone d'andata) ma poi crollò in primavera, uscendo dalla lotta per la promozione. Di quella squadra, oltre alla più bella divisa mai indossata dal Treviso (maglia stile Argentina con pantaloncini e calzettoni neri), si ricordano importanti giocatori molto esperti, dati per "finiti" ma letteralmente rigenerati dall'aria della Marca come Lantignotti, Alessandro Orlando e Damiano Longhi oltre ad altri elementi di valore come Bosi (in seguito allenatore della primavera trevigiana) e Luigi Beghetto che per anni sarà guida e vera e propria anima del Treviso, oltre ad essere un idolo della curva (Chi non ricorda il coro "Gigi Beghetto fa gol"?).

La stagione 1999/2000 saranno appunto i 16 gol di Beghetto a confermare il Treviso all'ottavo posto (51 punti). E' stato senza dubbio il Treviso tecnicamente più forte di sempre con in rosa un certo Luca Toni, futuro campione del mondo, ma anche Fausto Pizzi, giocatore dalla classe cristallina, "Rambo" Rambaudi ma anche Centurioni, Paolo Bianco, Godeas, Pianu, Mazzeo. C'era anche il brasiliano Pelado ma non vogliamo farvi commuovere ulteriormente. Memorabile in quella stagione fu un roboante 5-1 al Napoli, al Tenni. Per ritrovare una formazione biancoceleste così forte ci vorrà il ritorno di Pillon, con la prima storica promozione in serie A del 2006. Ma questa è un'altra storia. Dopo l'addio a Bellotto, la stagione seguente (quella 2000/2001) il Treviso a causa di un mercato gestito in modo fallimentare precipitò in serie C sotto la guida tecnica di Elio Gustinetti prima e Mauro Sandreani poi. E' stata la stagione del caso-Omolade.

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