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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La De Longhi mette le basi per il futuro: confermato Matteo Chillo

Al suo esordio nella massima serie, ha giocato 13 minuti di media nelle 21 partite disputate, con 3.7 punti e 2 rimbalzi a gara, con il 55% da due, il 52.9% da tre e l'87% ai tiri liberi

La De' Longhi Treviso Basket comunica la conferma del centro Matteo Chillo, nato a Bologna il 15 giugno 1993, 203 cm. Sarà la terza stagione a Treviso sotto la guida di coach Menetti per il lungo emiliano, dopo la cavalcata della promozione dalla A2 alla A nel 2018/19, stagione in cui ha anche vinto con TVB la Coppa Italia di A2, e la stagione "monca" di quest'anno in Serie A dove, al suo esordio nella massima serie, ha giocato 13 minuti di media nelle 21 partite disputate, con 3.7 punti e 2 rimbalzi a gara, con il 55% da due, il 52.9% da tre e l'87% ai tiri  liberi.

Ecco le sue parole dopo il rinnovo del contratto con TVB: «In questo particolare momento ho pensato...cosa mi fa stare bene? A Treviso sto bene, sono stato molto bene in questi due anni, e non ho avuto alcun tentennamento nello scegliere di restare quando la società mi ha sottoposto il rinnovo. Queste due stagioni, anzi una e mezza purtroppo, qui a Treviso sono state molto belle: il primo anno è stato quello della promozione in A e della Coppa Italia, il secondo quello del mio battesimo in Serie A, ma oltre a quello che è successo sul campo la società è sempre stata super come organizzazione e rapporto con i giocatori, inoltre mi sono trovato benissimo nel vivere la città, nel rapporto con i tifosi e con la passione per il basket che si respira in giro, sono stati anni belli e, toccando ferro, spero che tutto continui così».

L'ultima stagione è stata incompiuta, però come commenti il tuo primo anno in Serie A? «Sono contento perché ho dimostrato che in Serie A ci posso stare, e il fatto che la società e coach Menetti mi abbiano chiesto di restare è stato per me un motivo di orgoglio. Purtroppo la stagione è finita presto, anche se non è colpa di nessuno se non di questo virus che ha sconvolto le nostre vite, ma sono convinto che la squadra avrebbe fatto un finale di regular season in crescendo. L'ultima a Venezia l'avevamo persa, ma ci sentivamo in grande crescita come consapevolezza dei nostri mezzi e come convinzione, eravamo sul punto di raccogliere tutto il lavoro fatto in precedenza e percepivamo di poter iniziare un grande rush finale. Peccato per come è finita, ma ci siamo consolati con una salvezza da neopromossi colta secondo me con merito sul campo».

Poi da marzo tutti in isolamento a casa, come hai vissuto la "quarantena"? «Sono tornato a Bologna a casa dalla mia famiglia e fortunatamente non abbiamo avuto problemi di salute, come purtroppo è successo a tante famiglie in Italia. E' stato strano per chi come me da tanti anni, dall'adolescenza, non viveva così tanto con i genitori e la famiglia, stare in casa tutti assieme così tanto tempo. Per certi versi sono tornato ragazzino, per altri ho riscoperto alcune cose e rivissuto situazioni di tanti anni fa, per altri ancora sembrerà strano ma ho conosciuto lati caratteriali e aspetti della mia famiglia che non conoscevo dopo tanti anni fuori casa. Questa situazione ci ha tolto tanto, specie dal punto di vista del lavoro, ma qualcosa ci ha lasciato ed è stata un'esperienza che mi ha fatto scoprire tante cose di me stesso e dei miei familiari».

Come ti sei tenuto in forma senza una palestra in cui allenarti? «Anche in questo caso la professionalità della società di Treviso è stata di grande aiuto. Dario De Conti, il nostro preparatore, ci ha sempre contattato e ci ha dato schede di lavoro da fare con i pesi o esercizi che si possono eseguire in casa o, per chi ce l'aveva, in giardino. Ma non solo lui, tutto lo staff ci ha seguito praticamente ogni giorno, dal medico che ci dava i consigli al fisioterapista che a distanza ci suggeriva come risolvere qualche acciacco che poteva capitare con l'allenamento fisico. Tutti erano disponibili e allineati per dare il massimo supporto, anche questo è stato un esempio della forza di una società che non ci ha mai fatto sentire soli o distanti nonostante l'emergenza».

I tifosi vi aspettano, in astinenza da Palaverde... «Eh, per una città e un territorio che vive di basket come Treviso so che è molto dura stare così tanti mesi lontani dalla squadra e dal palasport. Loro sono la forza, il valore aggiunto della nostra squadra, ho ancora i brividi se penso ai sold out delle finali promozione dell'anno scorso o del derby di quest'anno, il boato del pubblico che ci trascinava. MI auguro che quei pienoni possano tornare e saluto tutti i nostri fantastici tifosi. L'anno prossimo ci saremo ancora, ci sarà ancora una squadra di Treviso in Serie A a combattere dall'inizio e questo, dato il momento difficile, penso sia la cosa più importante. La stagione sarà simile a quella dello scorso anno, saremo in trincea dalla prima giornata per combattere. E' presto per sapere la fisionomia della nuova squadra, ma abbiamo una certezza, quella che ho imparato in questi due anni con coach Menetti e che di certo sarà l'impronta che ci darà Max anche nella prossima stagione, cioè l'attitudine a lavorare con sacrificio e con impegno totale negli allenamenti prima e nelle partite poi, per dare il massimo e uscire dal campo con la consapevolezza di aver dato tutto».

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