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Emporio della solidarietà di Treviso: il vescovo Tomasi in visita ai volontari

L’Emporio Beato Erico di Treviso, attualmente gestito dalla San Vincenzo de Paoli, è nato a luglio del 2015 come Progetto Carità per volontà di nove parrocchie del centro città di mettersi assieme e aiutare chi è in stato di difficoltà attraverso la distribuzione gratuita di beni alimentari e la presa in carico delle persone nell’ambito di un progetto cristiano-sociale.

All’Emporio Beato Erico possono beneficiare del servizio di distribuzione gratuita dei beni alimentari le persone indicate dai Centri di Ascolto della Caritas, dai Servizi sociali del Comune e dalle parrocchie. Sono attualmente 434 le persone assistite: i referenti di ciascun nucleo familiare una volta alla settimana (in tre giorni diversi) vanno all’Emporio e accompagnati da un volontario fanno la “spesa” in funzione dei punti loro assegnati; si perché l’Emporio è come un piccolo supermercato dove è possibile scegliere i prodotti alimentari presenti sui vari scaffali ai quali viene attribuito un punteggio. A ciascun nucleo familiare viene rilasciata una dotazione di credito in punti che rappresenta il limite massimo spendibile nel mese; il credito viene calcolato dal Centro di Ascolto sulla base della composizione del nucleo familiare, dell’indice ISEE e di particolari situazioni familiari.

E’ da sottolineare come l’Emporio Beato Erico abbia costituito una rete nella distribuzione di beni alimentari dandoli, oltre agli utenti sopra indicati, anche ad altre Associazioni di volontariato che svolgono medesimo servizio, a Cooperative sociali, a Istituti religiosi e a persone momentaneamente in difficoltà. Complessivamente i beni alimentari distribuiti nel 2018 sono stati pari a 95.278 kg. I prodotti alimentari in distribuzione all’Emporio sono forniti principalmente dalle Pparrocchie del centro città (lo scorso anno oltre il 30% sono arrivati grazie alla generosità dei parrocchiani), poi dal Banco Alimentare di Verona e da AGEA, dal Mercato Ortofrutticolo di Treviso, da supermercati, da associazioni e privati. Alcuni prodotti come latte, passata di pomodori, tonno in scatola, olio di semi e di oliva vengono acquistati dall’Emporio e ciò al fine di non far mancare alimenti di prima necessità.  

Attualmente ci sono accordi con otto supermercati locali dai quali vengono ritirate le eccedenze alimentari che altrimenti sarebbero smaltite come rifiuti. Si tratta prevalentemente di prodotti prossimi alla scadenza ma ancora commestibili e di buona qualità (verdure fresche o confezionate, frutta fresca o in vaschette, latticini, pane, biscotti, ecc). «Quest’anno si prevede di superare i 100.000 euro di valore delle eccedenze alimentari ritirate. Stiamo cercando di costituire una rete fra Enti caritatevoli in grado di recuperare le eccedenze alimentari dai supermercati altrimenti destinate allo smaltimento come rifiuto; non possiamo infatti pensare che ci siano persone non in grado di acquistare prodotti alimentari e veder disperdere come rifiuto alimenti ancora commestibili» fanno sapere dall'Emporio.

All’Emporio  operano esclusivamente volontari (circa una quarantina) che mettono a disposizione  parte del  proprio tempo per svolgere le varie attività necessarie per far funzionare l’Emporio stesso (ritiro e stoccaggio merci, preparazione market, acquisto alimenti, accoglienza, segreteria, cassa, amministrazione, rapporti esterni). L’Emporio Beato Erico come altri Empori solidali del Veneto è sostenuto economicamente dalla Regione, dalla Curia Diocesana, dalla San Vincenzo di Treviso, dalle parrocchie del centro città, da privati cittadini e enti diversi.

L’Emporio Beato Erico di Treviso spera  di diventare punto di riferimento non solo delle parrocchie del centro cittadino ma anche di quelle presenti sul territorio comunale e questo in stretto collegamento con gli altri Centri di Ascolto della Caritas. «Da ottobre abbiamo accolto gli utenti della Conferenza di S.Giuseppe non più in grado di svolgere la distribuzione degli alimenti. Obiettivo a medio termine  è quello di superare il tradizionale modello della distribuzione del “pacco spesa” che ancora rimane il sistema di aiuto alimentare più diffuso e dare la possibilità  a tutte le  persone  in difficoltà ( purtroppo in continuo aumento) di scegliere i beni alimentari in modo autonomo e secondo le esigenze reali. Concentrare la distribuzione dei beni alimentari in pochi Empori  oltre che rendere più efficace e razionale tale servizio potrebbe liberare risorse umane (volontari) da reimpiegare negli Empori solidali e/o consegnare direttamente gli alimenti a casa delle persone anziane e/o incapaci di  muoversi».                                                                       

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