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Giovedì, 28 Marzo 2024

Il museo dei carillon più rari d'Europa "suona" in Villa Lattes

La villa veneta completamente restaurata ospita le note magiche degli antichi carillon...e pare di tornare subito bambini!

Riapre al pubblico sabato 26 maggio alle 15.00 ad Istrana, Treviso, la splendida dimora appartenuta all’avvocato Bruno Lattes e ora di proprietà del Comune di Istrana diventando un piccolo prezioso museo dedicato alla riproduzione meccanica della musica. Accoglierà una trentina di automi unici risalenti ai secoli dal XVIII al XX e provenienti da Italia, Francia, Germania e Svizzera, appartenuti a Lattes, che fu un insaziabile collezionista. Simbolo del museo è Il tamburino, automa della seconda metà del Settecento in divisa della Repubblica di Venezia, pezzo artigianale unico al mondo.

Sarà una combinazione musicale, sulle note dei più rari e stupefacenti carillon ed automi europei risalenti a Sette, Otto e Novecento, ad aprire le porte di Villa Lattes, settecentesca villa veneta ad Istrana, Treviso, appartenuta all’avvocato e collezionista Bruno Lattes (Treviso, 1876 – 1953), sabato 26 maggio 2018 dalle 15.00 (ingresso gratuito per i residenti ad Istrana tutto il pomeriggio fino alle 19.00). La dimora, che si inserisce a pieno titolo in un patrimonio architettonico, storico e artistico unico al mondo (sono circa 4 mila le ville venete in Veneto e Friuli Venezia Giulia), è stata oggetto di un lungo ed accurato restauro, che ne ha restituito il fascino e la maestosità originali. All’interno sono stati ricostruiti gli ambienti della casa così come idealmente voluta e vissuta dal Lattes ed è stata curata l’esposizione di una selezione degli automi più pregevoli e rari fra quelli da lui collezionati: si tratta di una raccolta di 27 pezzi, appartenenti ai Musei Civici di Treviso e concessi in comodato alla casa museo di Istrana, che contempla tutti gli aspetti della riproduzione meccanica della musica, dal carillon alla “monferrina”, all’armonium. Simbolo del neonato museo è Il tamburino, un automa della seconda metà del Settecento in divisa della Repubblica di Venezia: si tratta di un pezzo artigianale unico al mondo, sia per il soggetto (tamburino appartenente alla milizia veneta), sia per l’antichità (seconda metà del Settecento, di fattura veneziana), sia per la dimensione (sfiora il metro di altezza). Per il pregio della collezione, la Casa Museo Villa Lattes è equiparabile ad altri due importanti musei europei, il Museo Speelklok di Utrecht (Olanda) e il Museo del carillon e degli automi di Sainte-Croix (Svizzera).

Villa Lattes. Una location unica per un museo unico: Villa Lattes fu commissionata dal mercante veneziano Paolo Tamagnino a Giorgio Massari, rappresentando il primo importante lavoro dell'architetto, e fu edificata intorno al 1715. Sotto il profilo stilistico, si inserisce nella tradizione veneta e le citazioni palladiane sono ben riconoscibili, tuttavia sono presenti anche influenze del Barocco e del Barocchetto, che si colgono nell’incurvarsi delle barchesse in un accenno di abbraccio attorno al giardino meridionale. 

Il piccolo parco oggi appare sotto le sembianze volute dall'avvocato Lattes negli anni Trenta. Il progetto e la disposizione di piante, specchi d'acqua e statue sono stati curati dall'architetto Guido Costante Sullam, seguendo l'impianto planimetrico del Massari.

La dimora fu acquistata nel 1842 da Abramo Bruno Lattes, patriarca di una benestante famiglia israelita insediata a Treviso nei primi anni dell'Ottocento e nonno dell’avvocato Bruno Lattes, che ne fu ultimo proprietario fino alla morte nel 1953, quando dispose che la villa restasse al Comune di Treviso. Villa Lattes è stata infine acquistata nel 2004 dal Comune di Istrana, che nel 2013 ha avviato il restauro (costato 1.750.000 euro, di cui 1.450.000 sostenuti dalla Regione del Veneto). Sono stati ricreati fedelmente alcuni ambienti interni: il salone centrale con mobili Luigi XVI laccati e dorati, la cucina con il focolare e la collezione di pentolame in rame, la camera degli ospiti con arredo del primo Ottocento, il bagno, modernissimo per l’epoca di Lattes, dotato di acqua calda e fredda.

Bruno Lattes. Bruno Lattes (Treviso, 1876 – 1953), erede di una benestante famiglia israelita, si laureò poco più che ventenne e all'età di 23 anni conseguì la libera docenza in diritto civile. Amante della musica, dell'arte, della buona cucina e delle belle donne, seppe condurre una carriera impeccabile tanto da essere considerato uno dei maggiori civilisti del foro trevigiano. Una volta ritiratosi dall'attività forense, nel 1931, dedicò la sua vita alla villa, tenuta dai suoi predecessori come poco più che una casa di campagna. Al suo buon gusto e amore per le arti si devono gli arredi, il parco e i numerosissimi oggetti portati dai suoi lunghi viaggi.

Tra questi le raccolte di oggetti orientali, a cui Bruno Lattes si appassionò ad inizio anni Trenta: particolari di arredo, oggetti bronzei, scatoline per l’oppio, ventagli instoriati, piccole sculture di giada, cristallo di rocca o avorio, vetri e ceramiche cloisonnées che potranno nuovamente essere ammirati nella villa da aprile. Appassionato dilettante di musica, il suo interessse si divise tra la musica suonata e il collezionismo musicale. 

La collezione di carillon. La collezione di Bruno Lattes è tra le più ricche d’Europa. Nella sua autobiografia, Memorie di un avvocato ottimista, espresse il desiderio di voler raccogliere quanto di gioioso e burlesco avesse allietato la sua vita e di omettere quanto fosse stato doloroso e infausto. La sua raccolta di oggetti musicali rispecchia la sua passione per la musica, coltivata fin da giovane dilettandosi al violoncello. Nel 1953 Lattes accolse nella propria villa uno dei massimi esperti nel campo dei meccanismi, Alfred Chapuis, che in quegli anni stava per redigere un nuovo trattato, la Histoire de la Boîte à Musique et de la Musique mécanique. Durante la sua visita, in compagnia di un altro insigne conoscitore della materia, Enrico Morpugo, Chapuis affermò che la collezione Lattes raccoglieva elementi unici di cui nemmeno poteva immaginare l'esistenza. La raccolta infatti era piuttosto varia, dal semplice carillon alla "monferrina" (strumento che associa il meccanismo del carillon alla struttura dell’organo), al cosiddetto armonium. I carillon sono sovente nascosti all'interno di cofanetti o soprammobili, spesso con un effetto sorpresa. Vi sono bambole, uomini o animali che si muovono compiendo gesti simili al vero. Tra i meccaismi più rari ed interessanti, che si potranno ammirare accanto a Il tamburino, si annoverano: la Bambola che si incipria, che graziosa ed elegante alterna il gesto di portare al viso il piumino e lo specchio, L’uccellino in gabbia, datato attorno al 1880 e riconducibile alle officine francesi Bontemps, La pianista, realizzata in Germania tra il 1870 e il 1880, Il pagliaccio che suona l’arpa, giocattolo di inizio Novecento interessante per essere tra i primi ad avere la testa di celluloide.

Visitare il museo e il territorio. Il museo, a partire dal 27 maggio 2018 sarà aperto giovedì 9.00 – 13.00, venerdì 15.00 – 19.00, sabato 9.00 – 12.00 e 15.00 – 19.00, domenica 9.00 – 13.00 e 14.00 – 19.00. Biglietti e convenzioni: ingresso euro 5,00, ridotti e residenti nel Comune di Istrana euro 3,00 (gratuito per i residenti sabato 26 maggio pomeriggio) Da sabato 26 maggio sarà disponibile anche la app del museo, utilizzabile sui tablet forniti all’inizio della visita.

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