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Delirium, viaggio allucinante nella follia con i Lacuna Coil a Suoni di Marca

Il gruppo milanese Lacuna Coil ha reso ancora più incandescente l’atmosfera del Festival in questo già caldo 1 agosto, tingendolo di sonorità heavy...

Anche in questa occasione il pubblico non si è fatto attendere, e già dalle prime ore della sera tutti si sono riversati sotto al palco principale di Suoni di Marca sulle storiche mura trevigiane, il festival ad ingresso gratuito che continua fino al 6 agosto. La trepidante attesa per i Lacuna Coil è stata colmata da tre band di apertura, che si sono susseguite sul Main Stage rifornendo il pubblico della carica giusta per l’arrivo del gruppo rock metal italiano più famoso al mondo in questo momento.

I primi a salire sul palco sono stati i vincitori del concorso “Rumori Strani”, i The Meat Cabbage, l’inizio perfetto per questa serata esplosiva. Dopo pochi minuti di pausa sul palco arrivano gli Zagreb. Lo stampo dei brani è rock, tirato e influenzato dalle variegate esperienze dei quattro componenti. Si alzano i volumi quando entrano i Black Motel Six, gruppo spalla dei Lacuna Coil, che trascina il pubblico sulle sue note heavy. 

Già incitato dai Black Motel Six, il pubblico mostra tutta la sua impazienza per l’arrivo sul palco dei Lacuna Coil, il Direttore Artistico di Suoni di Marca, Paolo Gatto visibilmente emozionato presenta la band alternative metal rock italiana più famosa del mondo, onorando la “presenza di un pubblico così accogliente e orgoglioso di dedicare spazio, per la prima volta, nella line-up alla musica metal, dopo 27 anni di attività, per la prima volta, fedele al progetto di dare spazio a tutti i generi musicali “. Si spengono le luci ed ecco il loro ingresso salutando il pubblico e dandogli il benvenuto in questa serata speciale nel loro personale sanatorium. 

Non esiste lo “schizococco”, il batterio della schizofrenia, quindi non esistono neppure le malattie mentali, tirava dritto il celebre psichiatra ungherese Tomás István Szász, ispiratore del movimento di liberazione dai manicomi. Eppure sulla materia è fiorita gran letteratura, anche musicale, come dimostra questo Delirium che i Lacuna Coil trascinano sul main stage per il popolo di Suoni di Marca. Uno dei progetti più importanti del gruppo italiano che fonde l’originario gothic rock melodico con un sound di grande impatto, fatto di ritmiche pesanti e muri sonori.

Cristina Scabbia, la voce femminile, Andrea Ferro, la voce maschile, Marco “Maki” Coti-Zelati al basso, Ryan Blake Folden alla batterista e Diego Cavallotti alla chitarra entrano indossando delle camicie di forza tipiche del manicomio e con le facce dipinte, a simbolo degli argomenti affrontati nel loro ultimo album Delirium. “Volevamo qualcosa da vedere, oltre che da sentire” spiega ancora la numero uno del rock duro, prima e unica donna ammessa nell’olimpo dark dell’Ozzfest. La stessa Cristina Scabbia, nel backstage ha spiegato: “l’album tratta tematiche personali e delicate, per questo è stato difficile da scrivere, ma allo stesso tempo è stato una sorta di liberazione perché ci ha permesso di esprimere le nostre emozioni”.

La voce maschile e la voce femminile si fondono in un dialogo perfetto a supporto delle atmosfere energiche del metal, e coinvolgono con i brani Spellbound, Die and rise – introdotta da Cristina con le parole “quando si tocca il fondo c’è solo una direzione ed è su” – e poi ancora Heaven’s a lie, Blood, tears, dust e My demons. Durante tutta la performance non mancano i ringraziamenti a Treviso, che dimostra tutto il suo coinvolgimento soprattutto quando messo alla prova durante Our truth, a cui il pubblico risponde urlando a gran voce e con le braccia alzate. 

Ma l’emozione cresce ancora di più quando si inizia a sentire la gente cantare insieme, senza che sia necessaria una presentazione del brano che tutti conoscono: Enjoy the Silence. Per questa canzone Cristina presta il microfono al pubblico.  Al rientro sul palco, dopo una breve pausa, le luci si accendono e Ryan Blake Folden è in piedi sulla sua batteria per la canzone che dà il titolo all’ultimo album Delirium, “alla fine siamo tutti un po’ matti ed è giusto che sia così”. Il gruppo infatti vive tutte le emozioni che fuoriescono dalla loro musica attraverso una gestualità e una teatralità molto forti. Sulle mura sono tutti scatenati fino all’ultima canzone, The house of shame, la casa speciale dei Lacuna Coil dove sono tutti i benvenuti.

Nel backstage gli artisti hanno rilasciato dei positivi commenti a caldo sulla serata: “suonare in Italia è sempre emozionante, stasera il pubblico ha partecipato numeroso e caloroso”, il chitarrista Diego Cavallotti ha speso più di una nota di merito anche sull’organizzazione e gestione del festival in generale e della serata in particolare, soprattutto per quel che riguarda la scelta delle aperture, tutte molto valide. Ai Lacuna Coil è stato anche offerto in backstage l’Indian Mule, fatto con il Tolo Marton Gin che, supporter della manifestazione, è una tipicità del territorio che si collega alla territorialità dell’intero Festival.

Anche Cristina si dimostra entusiasta dell’organizzazione e anche per la risposta inaspettata del pubblico:” in Italia il metal è ancora un po’ troppo stigmatizzato a differenza degli altri paesi, perché spesso viene associato a cose negative. Comunque è sempre un’emozione suonare in patria, complimenti all’organizzazione, grazie all’esperienza di questi anni lo possiamo affermare con decisione”. Nel backstage molto apprezzato l’incontro con gli studenti Eros Beggio e Andrea Forner, classe 3B del liceo artistico di Treviso che regalano agli artisti il bozzetto originale realizzato in tecnica mista dedicato al concerto, presente anche tra gli degli elementi decorativi del festival preparato nel progetto Alternanza Scuola-lavoro svolto durante l’anno scolastico in collaborazione con Suoni di Marca.

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