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L'aeroporto Canova riaprirà e diventerà base di Ryanair

Scongiurata l'ipotesi di chiusura definitiva, anche se per la ripresa dell'attività si aspetterà la fine dell'emergenza sanitaria. Nel frattempo si farà la passerella sulla Noalese

La polemica sulla riapertura o meno dell'aeroporto Canova di Treviso, che ormai si insegue da inizio pandemia, sembra ora avere una risposta, anche se ancora non propriamente definitiva. Dopo il sit-in dei giorni scorsi da parte dei lavoratori dello scalo trevigiano, infatti, giovedì mattina è avvenuto un incontro tra il sindaco di Treviso, Mario Conte, e il Presidente del Gruppo SAVE, Enrico Marchi, per parlare delle prospettive di riapertura dell’aeroporto. Un incontro importante che ha subito confermato l’identità di vedute sull’importanza dello scalo per la mobilità, l’occupazione e la complessiva economia del territorio. Da non sottovalutare, però, l'impatto del Coronavirus sulla situazione attuale, tanto che il Presidente Marchi ha condiviso con il sindaco i dati di traffico aereo, influenzati dalla grave situazione sanitaria globale che non consente di definire le prospettive per i prossimi mesi.

Il primo cittadino trevigiano, dal canto suo, ha portato a conoscenza di Marchi le istanze di lavoratori, partite Iva e operatori del settore turistico: «Grazie al dialogo con il Presidente Marchi abbiamo trovato un’intesa per anticipare l’iter burocratico per la realizzazione della passerella sulla strada Noalese. Inoltre abbiamo trovato la disponibilità di SAVE nella prospettiva di rendere il Canova una base di Ryanair, con un’ampia offerta di voli.  Oltre a ciò, il fatto che SAVE abbia inserito tra le richieste del Recovery Fund gli investimenti per l’aerostazione costituisce una garanzia dell’importanza del Canova per il Gruppo e la conferma che Treviso e la Marca sono considerati strategici per l’intero settore dei trasporti. Con questo incontro viene dunque fugato ogni dubbio sul futuro del Canova, che riaprirà».

«La certezza che abbiamo è che l’aeroporto aprirà appena ci sarà lo sblocco dei voli e la crisi pandemica lo permetterà. Non si tratta di chiusura, bensì di una certezza di apertura non appena le persone torneranno a viaggiare senza particolari restrizioni.  Da parte nostra accogliamo poi le richiese del sindaco, garantendo l’investimento di 54 milioni di euro previsti dal Master Plan, anticipando la realizzazione della passerella sulla Noalese e portando avanti il progetto di rendere l’aeroporto base di Ryanair» dichiara invece il Presidente del Gruppo SAVE, Enrico Marchi.

D'altronde, i dati del traffico aereo parlano chiaro: il volume di passeggeri allo scale di Venezia nel mese di agosto ha avuto una flessione del -65,6% (media nazionale -63,1%) e a settembre è ulteriormente peggiorato con un decremento del 73% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Nell’attuale mese di ottobre i voli  trasferiti da Treviso a Venezia sono comunque 9 al giorno, con una stima di circa 53 mila passeggeri a chiusura mese tra andata e ritorno, totale che però si ridurrà ulteriormente a fronte delle restrizioni di mobilità oggi operative e determinate dall’obbligo di tampone per passeggeri in arrivo da Inghilterra, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda del Nord, Repubblica Ceca, oltre che da Francia e Spagna. Ryanair e Wizzair hanno tra l’altro già annunciato ulteriori tagli tra il 20 e il 30% in termini di capacità per il periodo novembre 2020 - marzo 2021.

«AerTre e SAVE stanno facendo il possibile per sostenere il traffico, in costante collaborazione con le compagnie aeree - continua Marchi - Da parte delle Società non vi è alcuna intenzione di portare alla chiusura l’aeroporto di Treviso, il problema vero è il perdurare dell’emergenza, con le conseguenti drammatiche ricadute sul traffico aereo. Le preoccupazioni dei lavoratori dell’indotto espresse in questi giorni sono più che comprensibili, oltre che indicatrici di un sentire comune circa l’importanza dell’attività dell’aeroporto che, nonostante i detrattori tanto attivi nel periodo di normalità, porta lavoro e occupazione all’intera area servita». Le Società hanno inoltre espresso la loro preoccupazione e il loro rammarico per l’ennesimo rinvio del Master Plan del Canova alla Commissione di VIA da parte del Ministro dell’Ambiente. «Un’azione che blocca investimenti per complessivi 54 milioni di euro, 9 dei quali riferiti a molteplici interventi di mitigazione e compensazione a favore del territorio. Se gli interventi previsti nel Master Plan fossero sbloccati, la loro realizzazione sarebbe favorita da questo periodo di inattività dello scalo e l’apertura di nuovi cantieri porterebbe vantaggi a catena all’occupazione» conclude Marchi. Di seguito, nel dettaglio, i lavori previsti nel Master Plan:

Mitigazione: 4 milioni di euro

  • risanamento tetti case
  • insonorizzazione edifici
  • sostituzione infissi case
  • spostamento e riqualifica scuola materna  

Compensazione: 5 milioni di euro

  • passerella di scavalco statale Noalese
  • sistemazione statale Noalese con doppia viabilità
  • realizzazione nuclei boscati 

Il pensiero del Comitato Aeroporto Treviso:

«La fiera delle menzogne. In questi giorni leggiamo articoli che riprendono le comprensibili proteste di quei lavoratori che, a causa della chiusura dell’aeroporto, rischiano il posto di lavoro. I giornali locali, come un unico grande megafono ben oliato, amplificano l’effetto dei sit-in e delle roboanti affermazioni di politici e Amministratori locali. Nessuno si ricorda di sottolineare che il Canova è una attività che opera senza il rispetto delle norme di legge, anzi in palese violazione delle più elementari norme di tutela della salute e del territorio!

Nessuno si pone mai il problema delle pesanti conseguenze che gravano inevitabilmente sulle migliaia di residenti in prossimità del sedime aeroportuale, sfiorati continuamente nelle proprie abitazioni dai decolli e dagli atterraggi, costretti a subire nelle proprie case un rumore assordante fuori limiti di legge, a tenere le finestre chiuse per non sentire il boato dell’aereo e la puzza, non potendo più riposare né godere della propria quiete domestica con i propri familiari. Sin dai suoi albori il Comitato ha ripetutamente segnalato le problematiche, denunciato le criticità e le illegalità, evidenziando con chiarezza l’incompatibilità dell’aeroporto Canova con il territorio anche a livello europeo. Sono più di 20 anni che l’aeroporto Canova elude le tematiche reali dell’area considerata e con grave superficialità e colpevole presunzione minimizza fino ad escludere l’impatto dell’aeroporto sulla salute dei cittadini. Sono più di 20 anni che il Canova viene gestito in autonomia, senza rispetto delle leggi nazionali ed europee, in mancanza di una valutazione di compatibilità ambientale e di un validato studio sul rischio salute della popolazione esposta.

Più volte la Commissione VIA nazionale, esprimendo un parere negativo circa la Compatibilità Ambientale, indicava nella relazione tecnica anche numerose "prescrizioni" da mettere in atto per il rispetto delle leggi. Nessuna Amministrazione ha mai controllato né richiesto che venissero applicate le leggi e che venissero messe in atto le prescrizioni del Ministero e il gestore aeroportuale ha continuato ad operare anzi ha aumentato la sua attività. La Ulss 2 e il Dipartimento di Prevenzione si sono mai chiesti quale impatto può avere un’opera come un aeroporto sulla salute dei residenti? E’ mai stato fatto un “ealth risk assesment” (previsto dai protocolli istituzionali), cioè una seria valutazione del rischio salute sulla popolazione esposta?

Sempre in considerazione degli elementi di rischio evidenti, e da noi più volte rilevati e denunciati, le Autorità locali competenti e i sindacati dei lavoratori si sono preoccupati delle condizioni di pericolo oggettivo a cui residenti e lavoratori dello scalo sono esposti in caso di incidente aereo? Anche su questo fronte le inadempienze e le violazioni alle disposizioni di legge sono numerose e palesi! Se un cantiere non applica le norme sulla sicurezza non è forse giusto che venga chiuso e che vengano sanzionati i responsabili? Quale attività commerciale o industriale può ignorare l’applicazione delle norme di legge previste? Quale pubblico esercizio si può permettere di violare norme igieniche o di sicurezza senza incorrere in chiusure o sanzioni?

Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni sul Canova è una vergognosa campagna di cattiva informazione e di mistificazione della realtà! Una campagna demagogica per nascondere le responsabilità della politica! Ai giornali che informano e che riportano in cronaca quanto avviene, diamo la nostra disponibilità per organizzare un confronto pubblico su questi temi. I cittadini hanno il diritto di sapere e i giornali hanno il dovere deontologico di assolvere tale compito. Noi siamo da sempre a disposizione della verità e lavoriamo come volontari per il bene di tutti».

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